«Non diamo spazio a libri di attualità politica e che parlino di partiti di governo». Questo è quello che Gianluca Passarelli, docente di scienze politiche alla Sapienza di Roma, racconta di essersi sentito dire in risposta alla sua richiesta, formulata qualche settimana fa via email, di presentare La Lega di Salvini (qui la recensione del manifesto), il libro di cui è co-autore, alla camera dei deputati.

Il volume che Passarelli ha scritto insieme al suo collega Dario Tuorto, che insegna sociologia a Bologna, è stato nelle scorse settimane al centro di pesanti intimidazioni da parte di esponenti della Lega. I consiglieri regionali in Emilia Romagna, infatti, avevano chiesto che il libro venisse escluso dalla lista dei testi consigliati per la preparazione di un esame di scienze politiche all’università di Bologna.

Secondo i salviniani, l’analisi scientifica del fenomeno condotta da Passarelli e Tuorto avrebbe la colpa di affermare che la Lega «ha assunto i tratti di una formazione di estrema destra, con tratti razzisti, xenofobi, politicamente e socialmente violenti». La preoccupante teoria dei leghisti sull’autonomia della ricerca accademica viene illustrata con queste parole: i due professori «in qualità di dipendenti pubblici, sono vincolati a un dovere di lealtà verso lo Stato».

Da qui arriviamo al diniego della camera. Nella sua richiesta, indirizzata alla segreteria della presidenza della camera, Passarelli aveva chiesto di ospitare la presentazione del volume: «Un evento – aveva scritto – in linea con le presentazioni che da anni avvengono alla camera». Ieri la risposta, comunicata con una telefonata, che ha fatto andare su tutte le furie Passarelli.

«Sto verificando ma sarebbe gravissimo se non si potesse presentare un libro di ricerca scientifica alla camera solo perché parla della Lega», commenta la deputata Pd Lia Quartapelle. In effetti, nei mesi scorsi Montecitorio ha ospitato eventi che parrebbero molto più imbarazzanti e inadeguati di una ricerca accademica sulla Lega: tra di essi la presentazione di un libro uscito per Altaforte, la casa editrice emanazione dei neofascisti di CasaPound. Oppure quella di un volume cospirazionista di dubbia valenza scientifica sulle trame del finanziere George Soros per favorire l’immigrazione.

Interpellati dal manifesto, gli uffici del presidente Roberto Fico spiegano la circostanza sostenendo che in molte occasioni questi eventi sono organizzati da singoli deputati che, nell’ambito dell’autonomia del loro mandato, prenotano una saletta con l’espediente formale di convocare una conferenza stampa legata a un fatto di attualità. Diverso sarebbe il caso di un appuntamento convocato dall’istituzione in quanto tale. «Tranne rarissime eccezioni – è la difesa – le presentazioni ospitate direttamente dalla presidenza della camera sono legate a temi culturali, istituzionali o a finalità sociali».