Dopo la richiesta di calendarizzazione urgente del disegno di legge Zan da parte di Pd, M5S, Leu e Italia Viva, il presidente della commissione Giustizia del Senato, il leghista Ostellari, ha il dovere di farci votare. Tra mercoledì e giovedì della prossima settimana sono fiduciosa che l’ufficio di presidenza della commissione darà l’ok all’esame della legge». Monica Cirinnà, senatrice del Pd, madrina nel 2015 della legge sulle unioni civili, è di nuovo in battaglia.

Avete i numeri in commissione per portare avanti la legge?

Certamente, è la vecchia maggioranza del Conte 2. La Lega sta mettendo in atto un bullismo parlamentare, come ha detto Laura Boldrini. Non possono pensare di bloccare l’esame di una legge solo perché a loro non piace. Tra l’altro una legge già approvata dalla Camera. In democrazia il Parlamento vota e decide, solo nel ventennio fascista questo veniva impedito.

I leghisti dicono che volete dividere la nuova maggioranza.

C’è un governo di emergenza, il vincolo di maggioranza ha ragion d’essere su temi come la pandemia e l’economia, su tutto il resto il Parlamento resta sovrano. Si deve discutere e votare la legge Zan, a viso aperto.

L’impasse è dovuto al fatto che il presidente della commissione – che ha la regia dei lavori- è della Lega?

Diciamo che in Senato c’è una presenza assai ingombrante della Lega, da Salvini a Calderoli a Simone Pillon, che è il simbolo dell’oscurantismo più becero. Su Ostellari c’è una pressione molto forte. Ma una commissione si può guidare con autorevolezza o con autorità. Ai tempi delle unioni civili la commissione era guidata da Nitto palma di Forza Italia, che era contrario, eppure condusse i lavori con equilibrio e rispettando le regole. Ostellari invece sta facendo il presidente di parte, e una pessima figura.

Come ex maggioranza pensate di sfiduciarlo?

Non è tema all’ordine del giorno, anche perché questo vorrebbe dire che la maggioranza dei senatori della commissione dovrebbe dimettersi e farla decadere in toto. Ma lui deve dimostrare autorevolezza e consentirci di votare, a partire dal calendario dei lavori.

In caso contrario?

Seguiremo le regole. Se la commissione non si sblocca, la capigruppo del Senato può decidere di portare il testo direttamente in Aula, come accadde con le unioni civili. Non credo che ai leghisti convenga, se si vuole discutere nel merito della legge meglio farlo in commissione.

Perché la Lega è così contraria a una legge che punisce i crimini di omotransfobia?

Perché parla alla pancia di un elettorato trumpiano, oscurantista, patriarcale, che non tollera altri tipi di famiglia rispetto a quella tradizionale. Come argomento sollevano l’idea che i sacerdoti non potrebbero più difendere nelle omelie la famiglia formata da uomo e donna, ma è un falso: i preti – e non solo loro- potranno continuare a esprimere le loro opinioni, il testo Zan modifica la legge Mancino e punisce l’ istigazione all’odio e alla discriminazione non solo per motivi di razza, religione e etnia, ma anche di orientamento sessuale e di genere, colpendo così anche la misoginia. Si colpisce chi istiga all’odio, non chi esprime opinioni.

Ieri due giovani artisti come Fedez e Elodie hanno attaccato duramente la Lega per difendere la legge. La stupisce questa discesa in campo?

Assolutamente no. Le nuove generazioni sono molto più avanti sui diritti, l’ho sperimentato quando tantissimi ventenni mi chiedevano il matrimonio egualitario subito, senza passare dalle unioni civili. Non capiscono queste posizioni retrograde.

Veniamo alla svolta rosa del Pd con le due nuove capogruppo. Letta ha tolto le incrostazioni maschiliste?

Ha usato una intera bottiglia di Viakal e ha tolto le incrostazioni dal lavandino. Ma la battaglia sulla parità di genere non è affatto vinta, il calcare tornerà. Il primo banco di prova saranno le candidature per le prossime amministrative, credo che servirà molto altro Viakal.

Il Pd si è ripreso dalla botta delle dimissioni di Zingaretti?

Resta un malato grave, che richiede una cura choc. La prima medicina deve eliminare le incrostazioni feudali nei territori, i potentati locali, le filiere di corrente. Servono umiltà e capacità di ascolto.