L’annunciata chiusura della sede fiorentina di via Lambruschini della Mondadori-Rizzoli Education ha portato a protestare per la seconda volta in pochi giorni lavoratrici e lavoratori, protagonisti di un presidio in piazza del Duomo davanti alla sede della Regione, dove era in programma un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale e regionale, la Rsu, la Slc Cgil, e l’azienda collegata in videoconferenza.

Nei piani di Mondadori c’è un accentramento delle produzioni editoriali, con il conseguente trasferimento nella sede centrale di Milano dei 37 addetti diretti di via Lambruschini. Molti dei quali portano sulle spalle un’eredità gloriosa dell’editoria fiorentina, avendo lavorato nei decenni scorsi presso case storiche come Le Monnier, Sansoni e La Nuova Italia. Si tratta di redattori e redattrici esperti, che lavorano in prevalenza nel settore dei libri scolastici, e che considerano il trasferimento a Milano né più né meno che un licenziamento mascherato.

“Andare in Lombardia vorrebbe anche dire abbandonare un indotto fatto di collaboratori e collaboratrici impegnati come noi nella preparazione dei libri di testo – spiega al presidio Iacopo Basagni – e in aggiunta si deve considerare che la nostra età media è piuttosto alta, con tutto quel che ne consegue: i figli che studiano qui, le mogli e i mariti che lavorano anch’essi nell’area fiorentina. Per questo giudichiamo il trasferimento come un licenziamento mascherato, visto che molti di noi sarebbero impossibilitati a farlo”.

Anche il Consiglio regionale toscano ha preso posizione, con una mozione presentata da Pd, e approvata all’unanimità, con cui si chiede di “monitorare e porre in essere tutte le iniziative necessarie a scongiurare la chiusura della sede fiorentina di Mondadori-Rizzoli Education”. “La decisione di trasferire fisicamente a Milano i dipendenti, che peraltro sono da due anni in smart working, è illogica – tira le somme il consigliere dem Valerio Fabiani – per questo abbiamo deciso di chiamare l’azienda al tavolo”.

“In questi due anni di pandemia il lavoro è stato svolto in gran parte da casa – conferma il segretario della Slc Cgil fiorentina Riccardo Ferraro – la tecnologia può aiutare e consentirebbe di mantenere qui il lavoro, lo abbiamo già sperimentato. Insomma non c’è alcun motivo di trasferire i lavoratori a centinaia di chilometri di distanza. Per giunta il mercato del libro si sta riprendendo e la Mondadori non è affatto in crisi, tanto da avere recentemente acquistato la De Agostini per 157 milioni di euro”.

L’incontro in Regione si è chiuso con l’assicurazione dell’azienda che fino al 13 aprile prossimo non saranno spedite le lettere di trasferimento, e che nel frattempo ci saranno due nuovi incontri, il primo solo fra Mondadori e la Slc Cgil, e il secondo nuovamente con le istituzioni.