Domani i cittadini bavaresi sono chiamati alle urne per eleggere il loro Landtag, il parlamento regionale. È un antipasto del voto federale di domenica 22, dovuto al rifiuto del governo locale di far coincidere in un election day i due appuntamenti elettorali. La classe politica della Baviera, dominata da sempre dalla Csu (Unione cristiano-sociale, partito fratello della Cdu in questo Land), è troppo orgogliosa della propria diversità per mescolare il piano regionale – anzi, «statale» come si dice qua – con quello federale. Berlino è lontana, e tale deve restare: i simboli contano.
Dalle urne di domani non è lecito attendersi sorprese: a stravincere sarà, come sempre dal dopoguerra, il partitone conservatore, tradizionalmente più a destra della Cdu, guidato dal governatore uscente Horst Seehofer. L’unico dubbio da sciogliere sarà la portata del successo della Csu: secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe recuperare la maggioranza assoluta perduta cinque anni anni fa (la legislatura regionale è più lunga di un anno di quella federale). Nel 2008 i cristiano-sociali si presentarono al voto dopo un periodo di turbolenze interne e raccolsero «solo» il 43,4%, dovendo piegarsi ad un’alleanza con i liberali della Fdp (8%), con i quali hanno governato senza troppi patemi per l’intera legislatura.
Da queste parti la sinistra non ha mai scalfito l’egemonia del centro-destra. La Spd non è quasi mai andata oltre il 30%, e nelle ultime due tornate è scesa addirittura intorno al 20%. Stando ai rilevamenti di opinione, potrebbe crescere di un punto, ma non di più. I Verdi sono attestati sulle percentuali che valgono a livello federale, intorno al 10%. La Linke, invece, sembra spacciata: salvo miracoli, non riuscirà a superare lo sbarramento del 5%. Lo stesso destino sembra essere riservato ai liberali, che sicuramente caleranno in maniera sensibile rispetto al 2009, quando furono scelti da molti delusi della Csu che, domani, torneranno all’ovile.
Naturalmente l’esito del voto bavarese sarà letto anche – e forse soprattutto – in chiave federale. L’attenzione principale sarà rivolta non tanto alla grandezza della vittoria cristiano-sociale, quanto alla percentuale dei liberali: un risultato di molto inferiore al 5% farà squillare il campanello d’allarme sulla loro possibile esclusione dal prossimo Bundestag. Che significherebbe, quasi sicuramente, grosse Koalition.