Mogherini di pace in Ucraina, con una nave spia nel Mar Nero
Ucraina La ministra prova «la soluzione diplomatica al conflitto», mentre l’Italia prende parte a una missione di guerra
Ucraina La ministra prova «la soluzione diplomatica al conflitto», mentre l’Italia prende parte a una missione di guerra
Mentre una nave spia italiana, l’Elettra, entra nel mar Nero, non per un’esercitazione, ma per una operazione reale, l’Italia sbandiera la missione di pace del proprio ministro degli Esteri, in Ucraina prima e a Mosca poi. L’esordio internazionale del semestre italiano di presidenza Ue della ministra degli esteri italiani Federica Mogherini infatti, è in Ucraina. La ministra è arrivata ieri a Kiev – dove è stato annullato il Gay Pride previsto nel week end, a causa delle minacce contro gli organizzatori dei neonazi di Settore Destro – poi sarà la volta di Mosca. Nella capitale ucraina Mogherini ha specificato l’obiettivo principale del suo viaggio, ossia tentare in extremis una risoluzione pacifica alla crisi ucraina, proprio mentre pare essere in atto l’attacco finale da parte dell’esercito del neo presidente Poroshenko.
Mogherini ha specificato di avere intenzione di «intensificare il lavoro diplomatico» affinché si realizzi il «cessate il fuoco», dopo aver annunciato l’avvio delle indagini di Kiev sulla morte del giornalista italiano Andrea Rocchelli, ucciso dai mortai dell’esercito nazionale. Ma, prima della missione affidata a Mogherini, ne è partita un’altra, affidata alle navi da guerra italiane. È infatti appena entrato nel Mar Nero uno dei quattro gruppi navali permanenti della Nato, agli ordini del capitano Giovanni Piegaja a bordo della fregata Its Aviere, la nave ammiraglia, affiancata da un’altra nave da guerra italiana, una turca e una britannica. Il gruppo che si avvale dell’integrazione di unità statunitensi e greche, sta compiendo esercitazioni congiunte con le marine bulgara e rumena in evidente funzione anti-Russia. Insieme al gruppo navale Nato sotto comando italiano, è entrata nel Mar Nero, non per una esercitazione ma per una operazione reale, la nave spia italiana Elettra, con a bordo un centinaio di marinai e tecnici dell’intelligence e una trentina di sistemi elettronici e acustici, installati anche su un sommergibile che dalla nave può scendere a 1000 metri di profondità.
La nave spia, grazie alla sua capacità di navigare ai limiti delle acque territoriali russe, è in grado di intercettare le comunicazioni delle installazioni costiere e interne in Russia e in Crimea. Il governo Renzi, che ora sbandiera la «missione di pace» della Mogherini, ha cercato di tenere segreta la missione di guerra dell’Elettra, che però è venuta alla luce ed è stata denunciata da Mosca. Un bell’inizio di politica estera del semestre italiano di presidenza Ue.
Mentre in Ucraina la situazione diventa di ora in ora più drammatica. Le truppe di Kiev – stando a quanto trapela dal governo ucraino, si preparano a stringere d’assedio le città di Donetsk e Lugansk, capoluoghi delle omonime regioni «separatiste» dell’Ucraina sud-orientale, dopo che nei giorni scorsi hanno riportato la bandiera ucraina in alcune città occupate dai miliziani filorussi, tra cui l’importante centro di Sloviansk.
L’arrivo al potere di Poroshenko e il cambio del ministro della Difesa sembrano aver sbloccato la situazione dell’esercito ucraino, precedentemente affossato da disguidi, defezioni e clamorose sconfitte. Emerge inoltre la mancanza di supporto della Russia ai filorussi, che nei giorni scorsi hanno lamentato la mancata assistenza di Mosca.
E dal Cremlino arrivano altre notizie sui profughi, minimizzati da Kiev, ma sottolineati anche da recenti rapporti delle Nazioni unite. Oltre 20mila cittadini ucraini hanno chiesto asilo in Russia da quando è iniziato il conflitto, secondo quanto riferito dal vice direttore del Servizio federale russo di migrazione Anatoli Kuznetsov.
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