Quest’anno al Forum economico orientale che chiude i battenti oggi a Vladivostok, l’ospite d’onore di Putin è stato il premier indiano Narendra Mondi. I colloqui tra i due leader, se sfrondati delle parole sull’imperitura amicizia tra i due popoli, si sono concentrati sulla compravendita di armi di fabbricazione russa. In primo luogo il gioiello Shchuka-B, un sottomarino nucleare che costa 3 miliardi di dollari.

Il presidente russo ha promesso solennemente che non avrà i problemi di quello andato in avaria ad Archangelsk tre settimane fa. Modi per il momento ha nicchiato come del resto ha fatto per gli elicotteri il leggero Ka-226T e l’enorme Mi-172A2.

A differenza del presidente turco Recep Erdogan (il quale dopo il sistema missile anti-aereo S-400 ha acquistato anche i caccia russi S-57) il premier indiano intende mantenere ancora ottimi rapporti con Washington e quindi si è limitato per ora a confermare l’acquisto di 200 carr armati.

Ogni anno che passa fa assomigliare il Forum a un bazar di armi più o meno sofisticate. Putin non se ne vergogna affatto e gongola dei funzionari della difesa di molto paesi che si aggirano per gli stand firmando commesse. In attesa delle grandi opere infrastrutturali cinesi che dovrebbero far diventare Vladivostok la revolving door dei commerci asiatici in Europa, Putin si accontenta di vendere Kalashikov: «un fucile sempre-verde ancora apprezzatissimo» commenta l’inviato di Kommersant.

E per far finire la cosa sui giornali ha rivelato di aver proposto a Trump l’acquisto delle armi di ultima generazione russa. «Ho detto a Donald: se vuoi, ti vendiamo le armi ipersoniche e giungiamo a un bilanciamento immediato sui missili» ha sostenuto il presidente russo, il quale ha affermato poi lasciando da parte i toni faceti, che la questione di nuovi accordi sul nucleare restano imprescindibili.

Chi non manca mai all’evento di Vladivostok è il premier giapponese Shinzo Abe che ha riproposto a Putin la firma del trattato di pace tra i due paesi e propedeutica alla restituzione delle isole Curili al Giappone.

Dopo il sì entusiastico di un anno fa il capo del Cremlino ci ha ripensato: «Ci dovete dire prima che farete degli accordi con gli Usa che gli danno la possibilità di installare basi ovunque su vostro territorio». ha dichiarato Putin.