Sciopero generale di otto ieri a Modena e provincia. Indetto dalla sola Cgil ha mobilitato migliaia di persone che in corteo hanno attraversato le strade della città emiliana alle prese con molte crisi industriali – a partire dalla Maserati di proprietà di Fca – e allo scandalo delle troppe cooperative spurie come la Castelfrigo di Castelnuovo Rangone dove i diritti dei lavoratori sono sistematicamente calpestati.

Il corteo è partito alle 9.30 dallo stabilimento della Maserati per arrivare sotto la sede di Confindustria. La Camera del lavoro guidata da Manuela Gozzi ha proclamato lo sciopero per chiedere di ovviare alla legge Fornero, più attenzione agli ammortizzatori sociali, rilanciando la lotta alla precarietà e alle disuguaglianze di genere.

Sciopero riuscito alla Maserati, dove «si potevano contare sulle dita della mano i lavoratori che hanno varcato il cancello», commenta la Fiom. È la prima iniziativa verso la giornata di mobilitazione nazionale «workers day» promossa in tutti gli stabilimenti Fca e Cnhi nello stesso giorno in cui Marchionne terrà l’«investor day», il primo giugno. «Ai lavoratori degli stabilimenti italiani sono state promesse la piena occupazione, salari tedeschi e partecipazione alla vita aziendale e agli utili: tutte promesse non realizzate». Alla Maserati di Modena senza nuovi modelli, in vista della cessazione dei due modelli in produzione Grancabrio e Granturismo, e in presenza di volumi ridotti per l’Alfa 4C, si va avanti con molti ammortizzatori sociali.

«Come Fiom chiediamo ancora una volta l’apertura di un tavolo unitario nazionale sul piano occupazionale del gruppo», dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e Cesare Pizzolla, segretario generale Fiom di Modena.