Battuta d’inizio per la settimana dello sciopero climatico globale, l’Italia sta al passo con iniziative pubbliche in tutte le principali città. Presidio a Milano in piazza della Scala, flash mob a Napoli, dibattito e concerto a Torino e conferenza stampa in piazza Montecitorio a Roma. Il movimento generazionale nel suo terzo appuntamento transnazionale si mostra ancora vitale e determinato: «Il movimento è cresciuto molto, le assemblee sono sempre più aperte e attraversate, altri collettivi e comitati ci aiutano e sostengono, sta migliorando anche l’organizzazione, abbiamo creato dei tavoli di lavoro tematici, che vogliamo far vivere anche dopo il 27» dice Francesca Travaglino, 19 anni di Fff Roma. I sette giorni di protesta iniziati ieri culmineranno nella giornata di sciopero del 27 settembre in cui sono previsti cortei in oltre cento città.

Ma il programma è fitto di appuntamenti e azioni di avvicinamento. Dal Bike strike di Milano del 22, un corteo su due ruote per richiamare l’attenzione sul trasporto sostenibile, fino al sit-in al Campidoglio a Roma per chiedere alla giunta Raggi di assumere la «Dichiarazione di emergenza climatica». Le attività in cantiere verteranno sui temi più salienti della protesta: «La nostra prima richiesta è che vengano bloccati immediatamente i 16 miliardi annui di finanziamento alle fonti fossili, quello della produzione energetica è un settore cruciale per la riconversione ecologica» dice Elena Pammelati, 18 anni di Roma.
Nel pomeriggio di ieri è arrivata anche l’attesa circolare ai docenti del ministro Fioramonti, che ha così ufficializzato il sostegno del Miur alla protesta, chiedendo al mondo della scuola di «riservare del tempo all’interno delle lezioni della settimana per realizzare sessioni di discussione e riflessione sui cambiamenti climatici».

Ma nelle piazze le idee sul ruolo delle istituzioni sono molto chiare: «La trasformazione che chiediamo non si può fare con dichiarazioni di intenti, servono investimenti pubblici, bisogna chiedere che la spesa climatica ecceda dai vincoli di bilancio, il banco di prova di questo governo sarà la prossima legge di bilancio» dice Arianna, studentessa della Sapienza.

Oltre ai gruppi di studenti a promuovere le giornate di lotta anche i Parents For Future, genitori organizzati già in otto città italiane, che hanno lanciato l’iniziativa Work for Future, un appello per includere nella mobilitazione coloro che non potranno manifestare: «Chiediamo a chi non potrà essere in piazza di segnalare la sua adesione allo sciopero con cartelli e foto da mettere in rete, in futuro vogliamo che la protesta possa estendersi al mondo del lavoro, e che i sindacati assumano una posizione più netta» dice Maria Santarossa.