Mix, ovvero cinema gaylesbico e queer culture,è il festival milanese che da trentadue anni dà appuntamento agli immaginari «extragender», e che attualmente appare il solo luogo aperto in cui scoprirne – e sperimentarne – le direzioni in un confronto stretto con la realtà. Per questo oggi ancora più importante, vista la deriva politica estremamente reazionaria espressa dal nuovo governo su famiglia, diritti civili delle coppie omosessuali e quant’altro. Il Mix – che si apre a Milano giovedì (fino a domenica, al Teatro Strehler e al Teatro Studio Melato, ingresso gratuito) non è infatti «solo« un festival di cinema ma è un vero e proprio momento di incontro e condivisione collettivi per la comunità e per tutti, caratteristica questa perduta in altre manifestazioni di «genere» e, appunto, quanto mai preziosa.

 

A inaugurare il festival 2018, ideato da Giampaolo Marzi e diretto e prodotto da Debora Guma, Rafael Maniglia e Andrea Ferrari , ci sarà l’anteprima di Favola, esordio di Sebastiano Mauri – in sala il 24, 25, 26 giugno come evento speciale con Nexo Digital – ispirato all’omonimo spettacolo teatrale scritto e diretto da Filippo Timi.

 

Che fiaba è questa Favola dai colori pastello di un melò anni Cinquanta, sfumature cromatiche nella luce del geniale Renato Berta? Non ci sono principi, principesse, rospi e streghe cattive ma due casalinghe, Mrs. Fairytale (Timi), la cui vita appare perfetta, casa, giardino, tutto come in una rivista patinata dell’America del tempo, compresa la violenza del consorte di cui cerca conforto nell’amica del cuore, casalinga e infelice pure lei, Mrs. Emerald (Lucia Mascino). Ma la superficie nasconde sempre qualche piega, e una fuga verso un altrove più felice, lontano dal quel «paradiso» dorato.

 

Todd Haynes di Lontano da Paradiso, come prima ancora Douglas Sirk sono i riferimenti espliciti del regista, che mescola morbidamente il melodramma alla commedia con umorismo e con la capacità, difficilissima, di una risata che esprime il desiderio. É un film voluttuoso favola, armonia di erotismo, di sensi, di maschile e femminile contro i pregiudizi, magnifica dichiarazione di intenti per il festival.

 

Nel cartellone che comprende tre concorsi – lungometraggi, documentari e cortometraggi – c’è anche il nuovo film di Yann Gonzalez visto a Cannes in concorso, Un coltello nel cuore, anche questo una variazione sull’immaginario e il genere (generi) cinematografico.
Vanessa Paradis è una regista di film porno nella Parigi di fine anni Settanta, insieme al suo direttore della fotografia (che è il regista Bertrand Mandico) traduce in sesso e eros il mondo, fotogrammi che la sua compagna montatrice inanella con intuito e passione. Ma la loro storia d’amore è in crisi, e qualcuno comincia a ammazzare gli attori dei suoi film, qualcuno che non tollera la narrazione, qualcuno che nega la fantasia, qualcuno che nel suo delirio di vendetta familiare (ah la famiglia»!) vuole solo « realtà».

 

Parliamo di famiglia, quella che piace al papa e al governo: Just Friends di Ellen Smit è l’impossibile styoria d’amore tra due ragazzi, Yad, e Joris, a cui si oppongono le rispettive madri. Para Aduma, esordio di una regista israeliana, Tsivia Barkai Yacov,segue la giovane protagonista costretta a un violento scontro col padre inteligralista religioso per vivere la propria sessualità. É l’affermazione di un’identità Marilyn di Martin Rodriguez Redondo, in quella di Marco, detto Marilyn, un giovane omosessuale che abita in un paesino vicino a Buenos Aires.

 

Tra i documentari MATANGI/MAYA/M.I.A. di Stephan Loveridge, vita di Maya Aprulpragasm, popstar di origine tamil arrivata a Londra nei primi anni Novanta (M.I.A. il suo nime d’arte sta per «Missing in Acton»), di cui il film segue il viaggio a casa, tra quei familiari che non vede da quando era bimba. E ancora eventi, letture e un laboratorio produttivo di sviluppo insieme al Milano Film Network nell’ambito di In Progress MFN con l’assegnazione di una borsa al progetto che meglio affronta le questioni di genere. www.festivalmixmilano.com