È un pezzo dell’era Maradona, poi di Messi, Ronaldo, sino a Mbappè. Il primo contratto da professionista di Kazu Miura è arrivato tre anni prima della caduta del Muro di Berlino. A breve gli anni saranno 55, Miura ancora non si ferma, c’è ancora fame di calcio, la stessa che lo portò 15enne in Brasile, al Santos, con il fratello maggiore, per affinare il talento e diventare un calciatore professionista. Ricorda qualcosa? Pare che Yoichi Takahashi, mente del manga conosciuto in Italia come Holly & Benji, si sia ispirato alla sua storia.

CERTO, la carriera di Miura non è stata un successo come il manga che a lui si richiama, ma anche stavolta è riuscito a trovare un ingaggio, in un club di quarta serie nipponica, il Suzuka Point Getters, dopo il recente addio (dopo 16 anni) allo Yokohama, nel suo percorso da highlander del pallone. Ha spiegato, Miura, di voler giocare almeno un altro paio di anni, erano otto le squadre giapponesi (e non solo) in fila per offrirgli un contratto.
Spagna, Croazia, Italia, Australia hanno imparato a conoscerlo, con esiti sul campo piuttosto rivedibili. Resta in ogni caso da Guinness dei Primati, ci sono stati altri gitani del calcio che hanno giocato ben oltre i 40 anni, come El Loco Abreu, divinità in Sudamerica (meno in Europa) con oltre 30 club collezionati in oltre 20 anni di attività. Nel calcio italiano ora c’è Buffon a 44 anni al Parma, in Serie A traccia ancora la differenza tra sé e gli altri il 40enne di Zlatan Ibrahimovic.
Insomma, la carriera si allunga, sono cambiate le metodologie di lavoro, il recupero fisico, l’alimentazione. Anche solo avvicinarsi al record di longevità di Miura è complicato. Quasi 40 reti con la maglia della nazionale giapponese in 90 partite, King Kazu – così è conosciuto in Giappone – giocherà assieme al fratello nella sua 15esima squadra diversa. Neanche troppe, considerando i 37 anni di calcio giocato. La J-League, la massima serie giapponese che ha accolto nei suoi primi anni stelle del calcio europeo come Careca, Leonardo (anche l’eroe di Italia ‘90, Totò Schillaci) è stata varata nel 1993.

MIURA c’era già, da punta dei Verdy Kawasaki che vinsero i primi due campionati. King Kazu è stato anche il calciatore più anziano a giocare in J-League, 54 anni e 12 giorni, lo scorso marzo, mentre l’ultimo gol è stato segnato due anni fa. Le reti non sono state esattamente il suo biglietto da visita durante il periodo al Genoa, nel 1994, dopo la doppietta con il Kawasaki. Un solo timbro in campionato, ma fissato nella scatola nera di tutti i tifosi del Genoa, alla Sampdoria. L’unica occasione per assistere al suo marchio di fabbrica, la Kazu Dance, messa a punto ai tempi del Santos.