Malgrado le autorità centrali russe stiano cercando di centellinare le notizie su cosa stia realmente succedendo sul fronte dell’estensione del coronavirus, ogni giorno le misure per contenere la pandemia si fanno sempre più dure. Dopo che Putin aveva deciso per un lockdown di tutta la Federazione fino al 5 aprile, questa notte il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin – subito seguito dal presidente della provincia di Mosca Andrey Vorobev – ha deciso di estendere il provvedimento centrale fino al 14 aprile e restringendo al minimo la possibilità di movimento dei moscoviti.

E nessuno oggi sa se sarà sufficiente. Del resto il bollettino della crisi si fa preoccupante con il triplicazione dei casi accertati di infezione nel giro di 6 giorni. La decisione è stata presa dopo un week-end disastroso in cui secondo il primo cittadino di Mosca “a fronte dei 2/3 degli abitanti che se ne erano restati in casa come prescritto 1/3 ha deciso di andare a passeggio o fare una gita fuori porta in modo del tutto irresponsabile” malgrado i negozi e bar fossero tutti chiusi.

Per i 25 milioni di cittadini di Mosca e dintorni ora sono state assunte delle misure “all’italiana”. Il movimento degli cittadini è stato limitato al minimo: sarà possibile recarsi solo nei negozi alimentari e nelle farmacie più vicine al luogo di residenza e chi dovrà recarsi al lavoro dovrà esibire un’autorizzazione speciale. Chiusi, a differenza dell’Italia, anche tabaccai e giornalai.

Nei prossimi giorni a tal fine entrerà in azione un sistema di video-sorveglianza della popolazione dotato di decine di migliaia di telecamere sparse in tutta l’area metropolitana, secondo a livello mondiale solo a quello di Shangai. Il sindaco ha promesso che a fronte della grave crisi economica che si genererà dalla chiusura delle le attività il governo della capitale garantirà un assegno di 19.200 rubli (circa 300 euro) a tutti i lavoratori.

In questo quadro si sta aprendo uno scontro pericoloso tra Mosca, il governo centrale di Michail Mishustin e le altre provincie. Ieri il capo del governo si è appellato perché “tutti i governatorati prendano esempio da Mosca” ed estendano e induriscano la chiusura di tutte le attività. Un appello che ha provocato più di alzata di sopracciglio tra i leader regionali, i quali non sono in grado di mettere a bilancio misure di welfare sociale significative come a Mosca.

Del resto la percezione che si ha in provincia è ancora che il coronavirus sia una faccenda moscovita o al massimo della Russia europea visto che l’80% del 1500 casi accertati e del 12 morti sono stati registrati nella capitale (anche se il sindacato dei lavoratori della sanità denuncia che le cifre sarebbero 10 volte superiori).

Putin sta cercando di armonizzare il pacchetto di misure per contrastare il virus ma ha al contempo timore che il delicato equilibrio federale russo possa andare in pezzi. È questa una delle ricadute politiche più importanti che potrebbe portare con sé la crisi epidemica in atto.