Kim Jong-nam, primo figlio dell’ex leader coreano Kim Jong-il (il Caro leader), è stato ucciso ieri all’aeroporto di Kuala Lumpur in Malesia. Secondo le prime ricostruzioni della polizia malese, Kim si sarebbe sentito male a causa di un «contatto» con qualcuno che gli avrebbe spinto la testa all’indietro. Per questo avrebbe chiesto assistenza, sarebbe stato portato nell’infermeria dell’aeroporto e sarebbe infine morto in ambulanza, mentre veniva trasportato in ospedale.

Secondo le prime speculazioni, non ancora confermate dalla polizia, sarebbe stato ucciso da due donne che lo avrebbero ucciso utilizzando delle «punte avvelenate». La notizia è rilevante perché Kim Jong-nam (che pare avesse con sé un passaporto con il nome falso di Kim-Chol) è stato per anni l’erede designato di Kim Jong-il, salvo cadere in disgrazia nel 2001 perché pizzicato e arrestato a Tokyo: con un passaporto falso dominicano, stava provando a entrare illegalmente in Giappone per andare a visitare Disneyland.

Un affronto per Pyongyang e fine della carriera politica per il giovane erede. Da allora ha vissuto in esilio tra Macau, Singapore e Cina, protetto, pare, dalle autorità cinesi, ma costantemente sotto la minaccia del suo fratellastro, l’attuale Giovane leader nord coreano Kim Jong-un salito al trono proprio al posto di Kim Jong-nam in occasione della morte del Caro Leader avvenuta nel 2011. Ovviamente trattandosi di Corea del nord si aprono le porte di ogni tipo di rumors e notizie.

Cercando di attenersi ai fatti minimamente verificati, sappiamo che Kim Jong-nam potrebbe essersi recato straordinariamente in Corea del nord nel 2012, benché non ve ne sia certezza assoluta. Di sicuro però il 45enne figlio del primo matrimonio di Kim Jong-il, aveva ottimi contatti con lo zio Jang Song-thaek, potentissimo in Corea del Nord, ma caduto in disgrazia, arrestato e poi giustiziato a fine 2013.

E proprio del dicembre 2013 è la notizia secondo la quale il figlio della vittima di ieri, Kim Han-sol, studente a Parigi, sarebbe stato messo sotto scorta dalla polizia proprio durante il periodo della purga in corso a Pyongyang. Con questo non significa che il mandante del recente omicidio in Malesia debba essere per forza il fratellastro al potere, ma di sicuro Kim Jong-nam aveva espresso a un giornalista giapponese critiche molto dure nei confronti del Kim al potere, bollando lo stato coreano come una dittatura ed esprimendosi contro la successione dinastica del paese. Kim era soprannominato il «piccolo generale».

Nato dalla relazione del padre con l’attrice Sung Hae-rim, Kim Jong-nam era un esperto informatico, si dice, parlava un fluente giapponese e aveva studiato in Russia e in Svizzera. Dopo gli studi era tornato a Pyongyang e incaricato della politica dell’information technology nordcoreana. Prima del suo crollo, nel 2001.