Negli ultimi anni la Bootleg Series di Bob Dylan ha scandagliato in maniera quasi ossessiva soprattutto gli anni Sessanta. Quasi dovuto, perché è il decennio della grande contraddizione tra folk singer e rocker. Gli archivi di Mr. Zimmermann contengono ben altro, e gli appassionati lo sanno. Ad esempio da molto si attendeva un volume dedito alla ricostruzione di come nacque in studio Blood on the Tracks, 1975, per tanti dylaniani il disco perfetto: grandi storie da raccontare, grandi canzoni «narrative», grande musica, un piglio nervoso ed assertivo che non sempre l’uomo di Duluth ha saputo ritrovare. «Sangue sui solchi», sedicesimo miglior album di tutti i tempi per Rolling Stones pare diventerà anche un film con Luca Guadagnino: costruito sulle canzoni. Ecco ora, a corredo, More Blood, More Tracks, Bootleg Series volume 14: cd singolo, doppio ellepì e, per i completisti, cofanetto da sei cd con tutte le «takes» di studio: perché Dylan Blood on the Tracks lo incise da capo varie volte, scartando a volte vere gemme. Fino ad arrivare al capolavoro. Ma che classe, in queste prove d’autore.