Durante una visita a una fabbrica di motori militari a Ufa, Putin ha deciso di dare il via libera al nuovo programma statale della Difesa per il periodo 2018-2027. Un programma vasto e ambizioso che dovrebbe permettere alla Russia di confrontarsi con la crescente militarizzazione della Nato in Europa sudorientale ma anche proiettarsi in Medio Oriente e Nord Africa dopo i successi dell’Armata Rossa in Siria.

Secondo il vice ministro della Difesa Yuri Borisov la Russia verso la metà del prossimo decennio creerà delle armi fondamentale nuove. «Il portafoglio ordini delle nostre imprese leader nell’industria della difesa, ci conduce a credere che dal 2025-2026 avremo nuovi tipi di armi che porteranno grandi cambiamenti strategici e tattici», ha detto Borisov al Corriere dell’Industria Militare.

Di quali armi si tratterebbe naturalmente bocche cucite, anche se qualche anticipazione circola. Gli ingegneri russi lavoreranno su un nuovo sistema missilistico strategico chiamato «Sarmat« e sul missile ipersonico «Zircone». Per l’aviazione si punterà alla modernizzazione di modelli che hanno dimostrato in Siria la loro affidabilità come lo strategico Tu-95, e il bombardiere Tu-22M3.

Anche nella marina grandi novità in vista con la costruzione dell’incrociatore sottomarino a propulsione nucleare Borey-B ma soprattutto con il varo di una nuova portaerei. Il vice ministro della Difesa Tatyana Shevtsova, ha calcolato che in termini di progettazione il programma costerà circa 400 miliardi di dollari. Putin avrebbe quindi cambiato idea sulla riduzione della spesa militare per i prossimi anni del 2-3% come aveva dichiarato a Oliver Stone nel film-documentario dello scorso anno.