Ancora niente deleghe. A 12 giorni dalla denuncia del manifesto il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti non ha ancora assegnato le deleghe ai propri sottosegretari e alla viceministra. E questo continua a ritardare la convocazione dei tavoli di crisi. Se è vero che ieri è arrivata la tanto richiesta convocazione per l’ex Ilva – il tavolo sarà venerd – per le altre vertenze lo stallo rimane. Tanto che i sindacati dei metalmeccanici stanno valutando comunque di confermare l’autoconvocazione sotto il Mise per lo stesso giorno per denunciare la situazione insostenibile su Whirlpool, Jindal, ex Embraco, Cerutti e decine di altre crisi.
Tra l’altro non sembra essere un caso che la convocazione per ex Ilva sia stata fissata nello stesso giorno – venerdì – e alla stessa ora – alle 10 – del presidio organizzato dai sindacati.
Ieri Giorgetti ha presieduto per la seconda volta il tavolo Corneliani – impresa dell’abbigliamento – per ragioni di interesse leghista, sbloccando il finanziamento del Fondo per la gestione delle crisi di impresa che permetterà l’ingresso di Invitalia nel capitale senza neanche invitare la viceministra Alessandra Todde (M5s) che quel fondo lo ha attivato. Voci però parlano di un piano industriale con 150 esuberi su 400 dipendenti totali.
Oggi invece sarà il capo di gabinetto di Giorgetti a tenere il tavolo Bekaert, crisi aziendale che in Toscana ha portato al licenziamento di 112 lavoratori di Figline Valdarno, accordo non firmato dalla Fiom.
Dal ministero fanno sapere che per le deleghe «a breve si saprà» ma la guerra politica proprio su chi si occuperà di crisi aziendali pare ancora non risolta con Todde e Ascani (Pd) ancora a litigare e con rapporti tutt’altro che idilliaci con il ministro Giorgetti.