A Boulder in Colorado sono morte 10 persone a seguito di una sparatoria avvenuta in un supermercato, dove un uomo vestito di nero che brandiva un fucile automatico «è entrato e ha iniziato a sparare – come ha raccontato al uno dei clienti – senza dire nulla. Prima ha esploso un paio di colpi, e poi si è fermato. È rimasto in silenzio, e poco dopo ha ripreso a sparare. Non a raffica, ma prendendo la mira». La polizia è intervenuta immediatamente. Un agente, Eric Talley di 51 anni, è stato raggiunto da un colpo ed è morto poco dopo.

LA POLIZIA HA IDENTIFICATO il sospetto come Ahmad Al Aliwi Alissa, 21 anni. Ora è in custodia, è accusato di 10 capi di omicidio di primo grado. Il movente non è ancora noto.

Il documento diffuso dalla polizia di Boulder descrive Alissa armato con un fucile d’assalto o «AR-15 nero» e con indosso un giubbotto «tattico» o «corazzato». Le 10 vittime erano «nel negozio e nel parcheggio del supermercato, compresa una persona deceduta in un veicolo nel parcheggio».

Solo sei giorni fa un giudice del Colorado aveva cancellato il divieto di vendere armi semi automatiche, esattamente come quella usata per questo ennesimo massacro.

IL PRESIDENTE BIDEN dopo aver espresso dolore per «un’altra città americana segnata dalla violenza delle armi e dal trauma che ne consegue», ha chiesto al Senato di approvare i due progetti di legge per il controllo dei precedenti di chi acquista un’arma, già approvati dalla Camera, e ha chiesto al Congresso di reintrodurre il divieto per le armi d’assalto semiautomatiche. Biden ha voluto sottolineare che a seguito di questa sparatoria ha dovuto redigere un proclama per mantenere, e non per abbassare, a mezz’asta, le bandiere della Casa Bianca, in quanto erano già state abbassate per onorare le vittime della serie di sparatorie nei centri benessere di Atlanta, Georgia, avvenute solo pochi giorni fa.

IL PRESIDENTE HA AFFERMATO che farà tutto ciò che è in suo potere per mantenere gli americani al sicuro e per spingere le riforme sulle armi approvate dalla Camera. «Non ho bisogno di aspettare un altro minuto per prendere misure di buon senso che salveranno vite in futuro», ha detto Biden parlando del divieto per le armi d’assalto e i dispositivi per trasformare le armi in semi-automatiche ad alta capacità, «Questa non è, o almeno non dovrebbe essere, una questione di parti politiche. È una questione americana – ha continuato – e salverà vite, vite americane. Dobbiamo agire».

MAN MANO CHE LA POSIZIONE della nazione sulle armi da fuoco si è evoluta, Biden è stato al centro della battaglia per il controllo delle armi per più di tre decenni, dall’approvazione di un divieto di 10 anni sulle armi d’assalto nel 1994, alla delusione condivisa con l’allora presidente Obama nella sconfitta della proposta su i controlli federali dei precedenti di chi acquista un’arma, sulla scia del massacro di bambini di Sandy Hook nel 2012.

ORA, PERÓ, BIDEN COMANDA da un pulpito che non ha mai avuto prima nel dibattito, affrontando la sfida di come, o se, esercitare il potere della Casa Bianca per trasformare in realtà un qualche tipo di legge sulla riforma delle armi. Le sparatorie in Georgia e in Colorado arrivano nel primo capitolo della sua presidenza, provocando una discussione su quanto capitale politico Biden dovrebbe spendere per una questione che spesso è finita in un frustrante nulla di fatto.

D’altro canto il dibattito arriva in un momento in cui la potente lobby delle armi Usa, Nra, è divisa e indebolita da polemiche, scandali e spaccature interne, creando quella che alcuni alleati vedono come una possibile apertura per Biden.

È UNA QUESTIONE APERTA fino a che punto Biden voglia un dibattito che potrebbe consumare l’ossigeno politico del suo primo anno, con il sollievo dalla pandemia agli inizi e una massiccia legge sulle infrastrutture all’ordine del giorno. Tuttavia, con due stragi in una settimana, alla Casa Bianca sanno che agire o meno potrebbe essere una scelta già presa.