Resta sempre alta la tensione tra la Fiom e la Fiat: ieri, in mattinata, l’azienda ha sottosctitto con i sindacati firmatari del contratto di gruppo, un accordo sull’estensione della cassa integrazione ancora per un anno a Mirafiori, protagonista di un mutamento abbastanza imponente, almeno a quanto è stato annunciato dal Lingotto. Si è anche dato il la, infatti, alla «fusione» in un’unica realtà produttiva dello storico stabilimento Fiat con le Officine Maserati di Grugliasco, anch’esse eredi di un passato prestigioso, salvate di recente grazie all’operazione di acquisto del gruppo dalla Bertone: nascerà un unico «polo del lusso», tutto torinese.

L’intesa, che coinvolge i 5321 addetti di Mirafiori e i 1096 di Grugliasco, è per ora solo tra azienda e sindacati: dovrà essere perfezionata lunedì in Regione, e la Fiom ha chiesto di essere invitata.

Il sindacato guidato da Maurizio Landini, infatti, non ha siglato l’accordo del mattino, ed è stato invece invitato a un incontro che si è tenuto nel pomeriggio. I metalmeccanici Cgil restano molto cauti: innanzitutto, continuano a insistere sul punto che il futuro di Mirafiori non è per ora certo, e che le prospettive di sviluppo rimangono piuttosto vaghe. Inoltre, restano tensioni sul fatto che Fiat non ha ancora rinunciato all’abitudine degli accordi separati, e il tema di molti delegati Fiom (ma anche solo semplici iscritti) tuttora esclusi dalla produzione in tutta Italia, a partire dal caso eclatante di Pomigliano, ma come avviene anche a Grugliasco.

Soffermandoci sul primo problema sollevato dalla Fiom, c’è da dire che lo stesso miliardo di cui si è tanto parlato la settimana scorsa come prossimo investimento a Mirafiori, per il momento, almeno secondo il sindacato guidato da Maurizio Landini, resta «fantasmatico»: il miliardo non era contenuto in un testo scritto, e la notizia uscì solo verbalmente dalle dichiarazioni dei sindacalisti nazionali presenti a un incontro con Marchionne.

Ieri l’azienda ha praticamente ammesso di non aver mai fornito dettagli, confermando indirettamente che – almeno sul piano pubblico – per ora non c’è alcuna cifra certa: «La Fiat ci ha detto nell’incontro all’Unione Industriale di Torino, di non avere raccontato a nessuno dettagli sull’investimento a Mirafiori e di non ritenere di doverlo fare in questa fase – ha spiegato il segretario torinese Fiom Federico Bellono – Questa ammissione rafforza la necessità che tutti, noi e le istituzioni a partire dal governo, devono pretendere più informazioni».

Insomma, progetti per Mirafiori ci sono (visto che viene richiesto il prolungamento della cassa, e vista l’unione con Grugliasco), ma da qui a capire se tutti i lavoratori rientreranno pienamente in produzione ce ne corre.

La Fiom, comunque, apprezza almeno un cambiamento della Fiat nel metodo: «A differenza degli ultimi incontri per la carrozzeria stavolta c’erano non legali dell’azienda ma dirigenti – dice Bellono – La Fiat ci ha detto inoltre che 800 lavoratori di Mirafiori sono oggi a Grugliasco: questo rende necessario il riassorbimento delle poche decine di lavoratori della ex Bertone ancora fuori, la maggior parte delegati della Fiom».

Più rosea la visione della Fim Cisl: «Dal prossimo 1 novembre – dice il segretario torinese Claudio Chiarle – Mirafiori e Officine Maserati saranno un unico stabilimento e con un’unica procedura di cassa integrazione. È la conferma della mission di Grugliasco su Maserati Quattroporte e Ghibli, e il proseguimento della cigs per riorganizzazione al fine della modifica degli impianti per introdurre nuove tipologie produttive. Con questo ulteriore passaggio – conclude – abbiamo imboccato la strada della ripresa anche per Mirafiori, garantendo un futuro per tutte le famiglie dei lavoratori Fiat di Mirafiori e Grugliasco».

Da notare che il titolo Fiat ieri ha avuto una grande performance a Piazzaffari, chiudendo a +6.02%: boom dovuto alla speculazione sui motivi dell’assenza di Marchionne e John Elkann dal Salone dell’auto di Francoforte. Alcuni dicono che i due saranno a Detroit per perfezionare l’acquisizione di Chrysler, altre fonti di stampa parlano dell’ipo Cnh.