Avanzata a più riprese in passato dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione e libertà civili del Viminale, l’idea di utilizzare i migranti che presentano richiesta di asilo nel nostro paese in lavori socialmente utili entra ora a far parte del pacchetto di proposte sull’immigrazione che il ministro dell’Interno Marco Minniti presenterà mercoledì in parlamento insieme alla riapertura dei Cie e a una modifica del norme che regolano la richiesta di asilo. Raccogliendo per ora consensi quasi unanimi. Salvo qualche eccezione – tra le quali la Lega nord e, anche se per motivi diversi, il sindaco di Taranto Ezio Stefano – sono stati molti infatti i sindaci che si sono detti favorevoli all’utilizzo dei rifugiati.

Sarà la commissione Affari costituzionali del Senato ad ascoltare da Minniti come pensa di impiegare i migranti. Di certo l’utilizzo dovrà essere su base volontaria e senza alcun compenso in cambio, ma sembra di capire che la disponibilità a rendersi utile potrebbe essere tenuta in considerazione nel momento in cui la domanda di asilo viene presa in esame dalla commissione territoriale di competenza. E un elemento a favore in più potrebbe essere rappresentato dalla decisione del migrante di frequentare un corso d italiano. Tutte cose che dovrebbero rappresentare altrettante dimostrazioni delle volontà di integrazione.

Chi accetta di entrare nel circuito lavorativo riceverà un documento con indicate le generalità che gli consentirà anche di partecipare a stage con aziende con le quali verranno stipulate delle convenzioni.
Per quanti riguarda i Cie, i Centri di identificazione ed espulsione ne è previsto uno per regione, con la sola eccezione di Valle d’Aosta e Molise, per un totale di 1.500 posti.

Il piano dovrà essere discusso anche con l’Anci e Conferenza delle Regioni. Intanto, però, si sono detti favorevoli già molti primi cittadini. Favorevole all’impiego dei migranti è per esempio Giuseppe Sala: «Un po’ lo stiamo già facendo, penso che quello debba essere un punto di arrivo» ha spiegato ieri Giuseppe Sala ricordando come in città i migranti siano già impiegati in lavori socialmente utili. Esperienza avviata già in molti comuni del Salento mentre d’accordo con Minniti si è detto anche il sindaco di Messia Renato Accorinti. Contrario, invece, quello di Taranto: «Non sono d’accordo perché un’iniziativa de genere può andare bene nelle realtà dove ci sono pochi disoccupati, ma non a Taranto dove purtroppo il problema è acuto». Contrario anche il leader della lega Matteo Salvini («con quattro milioni di italiani disoccupati, preferirei che gli stage e i quattrini fossero spesi per loro») mentre il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi individua nella legge Bossi-Fini un limite alla proposta di Minniti.«E’ giusto che i richiedenti asilo lavorino ma se una persona viene formata e poi non ottiene protezione non può neppure accedere a un permesso di soggiorno per rimanere legalmente in Italia».
Intanto potrebbe sbloccarsi l’emergenza in Serbia, dove migliaia di migranti sopravvivono al gelo. Il governo e Unhcr hanno messo a punto un piano per trasferirne un migliaio in alcune caserme nei pressi della capitale Belgrado.