Di lui si era parlato come candidato a presidente ma cortesemente aveva declinato la proposta giunta da più parti. Ora Mimmo Lucano torna al centro della scena con la candidatura di Luigi De Magistris. I due si incontreranno oggi a Riace.

Il suo amico e collega de Magistris annuncia che si candida a presidente della Calabria. Se lo aspettava?

Non ne sapevo niente ma penso che ci debba essere un unico candidato a sinistra, espressione delle classi popolari. La sua candidatura è una buona notizia ma solo dentro un percorso unitario. Altrimenti consegniamo la regione alla Lega. Riace ha dimostrato che pur non essendo una storia neutrale parlava a tutto il popolo, il popolo degli esclusi, dei senza voce, dei senza diritti. Il sindaco di Napoli ha fatto buone cose nel corso della sua amministrazione: vicino ai centri sociali, attento ai diritti, vicino a Riace. Insieme ad Ada Colau mi è venuto a trovare spesso. E quando Salvini è andato a Napoli per un comizio si è schierato pubblicamente contro.

De Magistris dice che candiderà persone con storie personali e collettive autorevoli. Ci sarà anche lei, a cui pure in tanti avevano pensato per una candidatura a presidente?

Oggi lo incontrerò insieme al mio gruppo. Non mi piace la politica intesa solo in chiave elettoralistica per cui lungi da me l’idea di candidarmi. Ma se ci fosse un ragionamento collettivo, un processo partecipato, e ribadisco unitario, senza personalismi e dissidi interni alla sinistra, potrei cambiare idea. Allo stato però rispondo di no alla sua domanda.

In queste ore anche a sinistra c’è chi contesta al sindaco di Napoli di esser un nome calato dall’alto, estraneo alla Calabria e per di più non calabrese. Cosa ne pensa?

Mi viene solo da ridere. Qui a Riace abbiamo realizzato un borgo senza barriere e ne sto pagando un prezzo giudiziario. Occorre abiurare un mondo fondato sulle identità autoctone, altrimenti c’è la disumanità e la barbarie. Ricordo che proprio de Magistris diceva che il problema non è l’immigrazione ma l’emigrazione dal sud verso il nord. Ecco occorre frenare questa diaspora di calabresi che vanno al nord che produce marginalità. Ma prima occorre liberare questa terra per sconfiggere gli schiavisti che albergano nei nostri campi, le mafie, l’egemonia della sanità privata.

Il Pd è ancora alle prese con discussioni interne e tavoli programmatici. Non pensa che questo attendismo faccia il gioco della destra già forte nelle previsioni di voto?

Il Pd in Calabria è il Pd di Minniti, un politico che sull’immigrazione ha fatto e detto cose di destra. Ma è anche il partito di due persone che stimo come Agazio Loiero, che quando a Riace portò Wim Wenders mi parve uno di estrema sinistra, e di Mario Oliverio che ricordo con affetto quando si battè da presidente in carica per il neonato Gabriel qui a Riace. Occorre muoversi per non riconsegnare la regione alla destra. In una dimensione unitaria e con una figura autorevole.