Proprio stasera ritira a San Pietroburgo il Premio Europa per le realtà teatrali, ma un suo spettacolo – The Repetition – è appena passato da Romaeuropa (per tre sere al Vascello), anche se Milo Rau è ormai ben noto al pubblico italiano grazie a diverse apparizioni alla Biennale veneziana. Il suo è un teatro di forte impegno civile, che privilegia i grandi temi umanitari, come i conflitti interregionali in Africa, il colonialismo con i suoi strascichi perniciosi, la vita sociale nella Europa più «avanzata». Anche l’ultima sua creazione, (prodotta in francese e fiammingo dal Teatro belga di Gand di cui è divenuto, lui svizzero, direttore), affronta il problema dell’intolleranza omofobica e sanguinaria, ispirandosi a un fatto avvenuto realmente a Liegi pochi anni fa: il pestaggio spietato fino al massacro e alla morte di un giovane omosessuale, incontrato davanti a un bar da tre coetanei all’apparenza «normali», ma pronti alle più efferate sevizie.

LA STORIA è raccontata in modo di avvicinarla il più possibile allo spettatore: si parte dalle prove e dai provini della compagnia mentre elabora lo spettacolo (prova è il significato letterale del titolo in inglese, come in francese), poi prendono corpo i personaggi, fino ad arrivare al vero e proprio atto criminale, con le ricadute su amici e parenti. Uno spettacolo forte, senza infingimenti «artistici», reso solo più movimentato dalla telecamera che trasmette su grande schermo i primi piani e le inflessioni del testo, per arrivare attraverso il procedimento televisivo a una sorta di impietoso cinema-verità.

Non è una novità, proprio a Roma se ne è visto un esempio recente, ma è una prassi linguistica che si va diffondendo dovunque, dall’Europa all’America latina. Certo le immagini cruente soverchiano lo spettatore spingendolo a commozioni forti. Forse per difendersene, qualcuno fa notare sottovoce, al termine, come un così impegnato teatro sociale rischi di somigliare nel linguaggio e nelle immagini a certi esempi di tv criminale (orrifica quanto stucchevole anche se di alta ambizione umanitaria) che ormai abbondano anche sulle reti Rai.