Dopo essere stato escluso dalla legge di bilancio, il «milleproroghe» potrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì mattina. Il consueto decreto legge di fine anno che rinvia o riconferma una miscellanea di misure dell’anno in corso si voleva inizialmente inserire nella manovra, ipotesi poi tramontata nel corso dell’esame del ddl in Senato. Tra le altre misure contiene una norma salva-Inpgi, l’istituto previdenziale dei giornalisti, proposto dal sottosegretario all’editoria Andrea Martella (Pd). Si tratta di una «norma che rende più rapido ed efficace il processo di risanamento e anticipa al 30 giugno 2020 il termine per la trasmissione delle verifiche tecniche ai Ministeri vigilanti con sospensione dell’eventuale commissariamento». Oggi alle 9,30 in piazza della Rotonda a Roma ci sarà la protesta del sindacato dei giornalisti Fnsi che considera «inaccettabile la decisione del governo, nella manovra di bilancio 2020, di permettere altre uscite anticipate dal mondo del lavoro senza la contestuale messa in sicurezza del bilancio dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani attraverso l’allargamento della platea degli iscritti a professioni affini a quella giornalistica». Fnsi si è detta pronta «a proclamare lo sciopero generale».

Il milleproroghe contiene inoltre il rinvio di sei mesi delle nuove norme sulle intercettazioni; la salvaguardia dei Tribunali di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto; una proroga di tre anni per la loro sopravvivenza; slitta dal primo luglio 2020 al primo gennaio 2022 lo stop al mercato tutelato dell’energia; proroga dello stato di emergenza per Genova. E poi: altre disposizioni stralciate dalla manovra come l’introduzione della cambiale digitale e dell’educazione finanziaria nelle scuole, le assunzioni per Consiglio di Stato, Tar e Corte dei Conti, il commissario per le strade provinciali in Sicilia, e la proroga del «bonus verde».

La corsa a chiudere le complessa partita del bilancio dello stato a colpi di fiducia – Lla Camera dovrà approvare la manovra, senza cambiarla, ad esempio – sta scuotendo le opposizioni. Matteo Salvini (Lega) ha annunciato ricorso alla Consulta per la «mancanza di trasparenza» e per i «tempi e i modi» dell’esame. Di fatto, si tratta di una replica di quanto avvenuto l’anno scorso, quando a parti invertite è stato il Partito Democratico ad appellarsi contro la manovra degli allora gialloverdi. La Corte costituzionale giudicò inammissibili le osservazioni ma evidenziò la gravità della compressione dei tempi di discussione in parlamento. Osservazioni simili sono state avanzate negli ultimi giorni sia dal presidente della Camera Roberto Fico (M5S) che da quella del Senato Elisabetta Casellati (Forza Italia). Prima di Natale la Legge di Bilancio sarà legge.Vale circa 32 miliardi.