La questura di Roma è riuscita, con un divieto dell’ultim’ora, a rivitalizzare come non mai la manifestazione commemorativa che ogni anno, da quarant’anni, si svolge nella zona Nord della capitale per ricordare l’uccisione di Walter Rossi, militante 19enne di Lotta continua ucciso a pistolettate dai fascisti di Balduina in via delle Medaglie d’Oro il 30 settembre del 1977 mentre volantinava.

La manifestazione, intitolata «Un fiore per Walter», quest’anno cadeva anche di sabato, ieri, prefestivo. Ma alla vigilia la questura ha negato l’ok per il corteo con motivazioni giudicate «del tutto pretestuose» dagli organizzatori dell’associazione «Walter Rossi». Motivi di ordine pubblico, relativi a disagi per il traffico (per un corteo di poche centinaia di metri ndr) e a non meglio precisati rischi di aggressione da parte di gruppi neofascisti.

Il tam tam sui social media sul divieto imposto non ha fatto altro che chiamare a raccolta ancor più persone. E alla fine ieri sera il corteo c’è stato ed è stato uno dei più partecipati degli ultimi anni, affollato non solo dagli amici e compagni di Walter e da chi ha vissuto la propria giovinezza nei furibondi anni Settanta a Roma, ma anche di ragazzi che di quella storia hanno visto qualche foto di Tano D’Amico in mostra proprio in questi giorni al museo di Trastevere.

Il fotografo ha parlato al microfono alla fine del corteo. Circa un migliaio di persone hanno sfilato per via Trionfale riempiendo tutte e quattro le corsie, accompagnati da fumogeni rossi e slogan antifà.

E il graffito per Walter, cancellato all’alba da due operai Acea, nel corso del pomeriggio è stato ridisegnato.