A Milano il diciassettesimo corteo No Green Pass non c’è stato ma il divieto di manifestare in piazza Duomo è stato infranto da alcune centinaia di No Pass. Nonostante i blindati della polizia fatti entrare fino al centro della piazza, a circondare la statua di Vittorio Emanuele II, cosa raramente vista a Milano, gruppetti di manifestanti si sono fatti sentire con i loro cori tra turisti e avventori del sabato pomeriggio milanese.

UN SABATO POMERIGGIO che si è trasformato in un risiko tra manifestanti e polizia. Le prescrizioni di prefetto e questore, dopo la circolare del ministro Lamorgese, erano chiare: senza preavviso e senza concordare tempi e modi con la Questura non si sfila. E alla fine così è stato, tolta la parentesi di alcune centinaia di manifestanti che si sono spostati in gruppo dall’Arco della Pace, dove alle 15 aveva parlato la star No Vax Robert Kennedy davanti a oltre 4 mila persone, a piazza Duomo, passando per parco Sempione e corso Dante. Un accenno ai cortei selvaggi dei 16 sabati precedenti.

La Questura aveva scommesso su un calo di partecipazione e così è stato, complice la tensione mediatica alzata nei giorni scorsi, le direttive del ministero sul divieto di manifestare in centro e non ultima la pioggia che incoraggia sempre qualcuno a stare a casa. E poi l’evento con Kennedy all’Arco della Pace che ha coinvolto oltre quattromila persone ma solo poche centinaia se la sono sentita di provare a sfidare i divieti cercando di raggiungere il Duomo. I due gruppi, quello partito dall’Arco della Pace e quello semi-bloccato dalle 17 in piazza Fontana, hanno impiegato un po’ a incontrarsi aggirando i blocchi di polizia.

QUELLA DELLA QUESTURA è stata una strategia di isolamento a piccoli gruppi. Le centinaia di No Pass che si sono avvicinati a piazza Fontana e piazza Duomo non sono mai riusciti a riunirsi tutti insieme nello stesso punto per un tempo prolungato. Non sono mai riusciti a fare massa per provare a partire in corteo come gli altri sabati. Non appena un gruppetto di manifestanti aumentava di numero e faceva partire cori, polizia e digos li circondava e spingeva ai margini della piazza. Qualcuno è stato identificato solo per aver urlato «giornalista terrorista, giornalista terrorista», altri per essersi avvicinati troppo a mani alzate agli scudi della celere. «Questo non è un gioco, lo sapete che è vietato manifestare in centro senza preavviso», urlavano i funzionari di polizia ai manifestanti che chiedevano di poter sfilare in corteo. «È una dittatura», la risposta dei No Pass. «E voi giornalisti siete servi della dittatura».

ALLE 18 È CHIARO CHE SIGILLARE piazza Duomo è impossibile, alcune centinaia di No Pass erano già dentro mischiati ai passanti. Chi urlava di più veniva avvicinato dagli agenti in borghese e poi allontanato. Per i turisti l’occasione unica di farsi un selfie con Duomo e blindati della polizia nello stesso click. Su una transenna viene appeso lo striscione dei «lavoratori contro il green pass». Un gruppo di ragazzi e ragazze distribuiscono un volantino: «La retorica di chi ha il potere sembra chiara, manifestate pure ma solo come, quando e dove decidiamo noi».

Alle 20 su piazza Duomo ci sono ancora decine di agenti in antisommossa che isolano e allontanano gruppetti di manifestanti, ma appena viene allontanato un gruppo, da un’altra parte della piazza qualcun altro riprende a cantare «la gente come noi non molla mai». E così riprende la rincorsa, la polizia avanza, i No Pass indietreggiano, qualcuno viene identificato. Una rincorsa che per sedici sabati era stata fatta per le vie del centro della città, oggi solo qui in piazza Duomo.