La convocazione in piazza San Babila, per la mobilitazione milanese in solidarietà al modello Riace e all’arresto del suo sindaco Mimmo Lucano, era per le 17.30 ma già dalle 17 centinaia di persone si sono presentate all’occasione.

E A CENTINAIA hanno continuato ad arrivare mentre venivano allestiti cartelli con frasi e rimandi alle grandi esperienze di disobbedienza civile come Martin Luther King, Bertolt Brecht o Angela Davis. In piazza con la rete «Nessuna Persona è illegale» e «Milano antirazzista, antifascista meticcia e solidale» ci sono Zam, Cantiere, Lambretta e molti altri centri sociali, le bandiere di Emergency e di Liberi e Uguali, e di Rifondazione Comunista, quelle dei Sentinelli, e di Usb, così come le bandiere Stop Sfratti, ci sono anche i fazzoletti dell’Anpi e lo striscione di Anpi Zona 8. Ma soprattutto ci sono tante persone, diverse e differenze, senza appartenenza o sigla. Tante persone scese in piazza per gridare il rifiuto delle politiche sul tema delle migrazioni del governo Lega-Movimento 5 Stelle e l’attacco frontale ad un modello, reale, di alternativa alla deriva cultura e sociale che non solo il nostro paese sta vivendo.

IL MODELLO RIACE si dimostra esempio virtuoso per molti e soprattutto reale per chi nel capoluogo lombardo guarda alla politica andando oltre agli slogan di chi si dice «senza muri» ma poi finisce per appoggiare politiche di chiusura. E così dopo le migliaia di persone in piazza contro il vertice Orbán-Salvini, dopo la manifestazione dell’ultima domenica di settembre contro l’intolleranza, Milano riempie ancora la piazza di valori positivi. Dal palco si alternano diversi interventi, immancabile quello della squadra di rifugiati Sant Ambroeus. Gli oltre 1.000 chilometri che dividono Milano da Riace vengono abbattuti quando alle 18.30 la voce della piazza calabra risuona dall’impianto di amplificazione della piazza lombarda. Milano è una delle tante città, tra cui Alessandria, Pisa, Torino, Londra, Barcellona e Parigi, a prendere parola e stare vicino al sindaco Lucano e alla sua idea di città.

MA PIAZZA SAN BABILA non basta a contenere la moltitudine accorsa e così dopo l’intervento da Riace il presidio si trasforma in un corteo che dietro allo striscione «la solidarietà non si arresta. Milano non è indifferente. Mimmo Libero» lambisce la prefettura per poi chiudersi davanti al tribunale.