Secondo il filosofo Alain Deneault, ripreso ieri dal Corriere della Sera, il nuovo modello socio-economico sarebbe dominato dalla “mediocrazia”, ovvero da un sistema di persone mediamente competenti ed esperte ma prive di slanci non solo ideali, sarebbero gli alfieri di un conformismo al ribasso che non prevede colpi di genio o coraggiose fughe in avanti. Il trionfo della normalità o dell’estremismo di centro. La sua tesi non c’entra nulla con la nuova giunta che governerà Milano, eppure sembra ritagliata su misura. Come si è sempre detto per far digerire agli elettori l’ex manager di Expo, è la giunta che conta. Eccola qui, ma è presto per dirne bene o male. Decisivi saranno i fatti contro cui andrà a sbattere.

I nomi sono dodici (sette uomini, cinque donne), alcune conferme sono scontate, poi ci sono un paio di novità e l’ingresso dei radicali, che con due settimane di campagna elettorale pro Sala – e una manciata di voti – sono riusciti a salire sul carro del vincitore. E’ una giunta targata Pd e non poteva essere diversamente: con sei assessori più uno prestato alla lista Sinistra X Milano, il partito di Matteo Renzi ha conquistato Palazzo Marino. Se poi qualcuno ci vede una continuità con l’esperienza di Pisapia, può continuare a raccontarsela per altri cinque anni. Infine, alla sinistra che si è spesa fino alla sparizione per restare in coalizione sono rimaste solo le briciole.

Sono stati premiati gli assessori più votati della ex giunta Pisapia. Pierfrancesco Majorino è stato riconfermato al Welfare, una buona notizia visto che Milano dovrà ancora gestire l’accoglienza di migliaia di migranti in assenza di una politica nazionale degna di questo nome. All’Urbanistica, settore delicato, è stato promosso Pierfrancesco Maran, ex delfino di Filippo Penati e renziano di ferro, non proprio un esperto del settore. Marco Granelli è passato dalla Sicurezza alla Mobilità e ambiente, mentre Filippo Del Corno si occuperà di cultura anche per i prossimi cinque anni. Confermata anche Cristina Tajani (ex Sel) che continuerà ad occuparsi di Sviluppo economico e lavoro. Piuttosto infelice non tanto la riconferma quanto la destinazione di Carmela Rozza: la figura più ruvida della scorsa giunta si occuperà di Sicurezza, compito che potrebbe svolgere egregiamente anche in una giunta leghista. A questo proposito anche Sel ha preso coraggio: “Convinti che la sicurezza e la coesione sociale siano temi fondamentali, speriamo che l’assessore Rozza sappia interpretare il ruolo valorizzando la funzione dell’inclusione senza cadere in proclami militareschi o demagogici”. Tanto il conto finale degli sgomberi si farà nel 2021.

Tra i “volti nuovi” figura la vicesindaco, Anna Scavuzzo (Pd, con delega all’Educazione). Al Bilancio un bocconiano, Roberto Tasca. Al Turismo e allo sport, Roberta Guainieri (donna sportiva e seconda per numero di voti nella lista di Sala). Poi c’è una manager di Microsoft per un assessorato ad hoc (Roberta Cocco): Trasformazione digitale e servizi civici. Un compito molto delicato (Casa e lavori pubblici) è stato affidato a Gabriele Rabaiotti, area Sinistra Dem e già apprezzato presidente del consiglio di zona 6. Il dodicesimo uomo è Lorenzo Lipparini, segretario milanese dei radicali, con delega alla Partecipazione. Il tredicesimo, invece, starà in panchina ed è uno dei più graditi a una parte della sinistra: Mirko Mazzali. E’ stato scelto dal sindaco per farsi dare un mano sulla questione “periferie”, una cosa a metà tra un incarico e una pacca sulle spalle. Ma il ruolo è impegnativo, perché Mazzali avrà a che fare con l’assessore-sceriffo alla Sicurezza Carmela Rozza. Auguri. Ma l’uomo è capace ed è già stato temprato da mille battaglie.

La prima riunione di cotanta squadra si terrà giovedì in periferia, al Giambellino, un esordio che nelle intenzioni dovrebbe testimoniare simbolicamente l’impegno preso dal sindaco in campagna elettorale. Buona anche la prima uscita di domenica scorsa, con Beppe Sala e Giuliano Pisapia a braccetto in apertura del Pride milanese che ha portato in piazza migliaia di persone. “Proseguirò nel solco della giunta precedente e su questo tema bisogna partire dalle scuole, è già stato fatto molto vedremo cosa fare di più”. Siccome è l’uomo del fare anche con i colori arcobaleno, adesso bisognerà aspettare i fatti.