Venticinquesimo piano della Diamond Tower di Milano, 140 metri di vetrate e cemento per una delle avveniristiche torri del nuovo Business District. Sarà un film comico a sfondo sociale e finanziario ad inaugurare questo nuovo «capitale di cristallo» e nel caso specifico parliamo dell’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo dal titolo grottesco-greenawayano Il ricco, il povero e il maggiordomo. Riusciranno i nostri eroi, con il loro ultimo film, ad essere all’altezza di un set milanese finora mai visto sul grande schermo? Ancora tre settimane di riprese in 65 location meneghine per poi scoprirlo in sala il prossimo 11 dicembre.

La premessa del produttore Paolo Guerra, prima dell’arrivo del trio, illustra il protocollo Edison Green Movie: diminuzione dei gruppi elettrogeni, allacciamento alla rete pubblica, – 75% di emissione di anidride carbonica, raccolta differenziata, riduzione dei consumi della carta e via discorrendo mentre, dalle finestre della torre, la cortina di smog sembra sorridere beffarda.

I tre si presentano finalmente alla conferenza stampa con ancora addosso gli abiti di scena: Giacomo in completo da Gordon Gekko, Giovanni con la divisa da fedele autista-maggiordomo e Aldo nei panni semplici e scanzonati del venditore abusivo. Difficile farli uscire, anche solo per un paio di risposte, dai loro panni cinematografici, alcune questioni vengono simpaticamente ignorate da siparietti improvvisati e le considerazioni più pungenti da parte dei giornalisti, come il calo di pubblico degli ultimi film, ottengono risatine e autoironia. Tre personaggi in cerca d’autore, dietro la macchina da presa, che per questo film ha il volto giovane di Morgan Bertacca, collaboratore del trio da più di dieci anni e co-autore della sceneggiatura insieme al trio, a Valerio Bariletti e a Pasquale Plastino.

In soldoni e azioni, Il ricco, il povero e il maggiordomo racconta la vita dello spregiudicato broker Giacomo, squalo della finanza che si muove sicuro nelle acque dei nuovi palazzi del quartiere Porta Nuova di Milano. Villa con parco, mazze da golf e l’immancabile fedele maggiordomo, cultore di arti marziali, completano l’opulenza del suo status. Nella vita dei due entra presto in scena Aldo, venditore abusivo che vive in una casa popolare con la madre e allenatore di una squadra di calcio formata da bambini extracomunitari.

«Per le location abbiamo sfruttato gran parte di questo nuovo quartiere ma anche tanti scorci popolari di Milano. Cercavamo un fortissimo contrasto visivo fra questi due mondi che si incontrano». Durante una fuga dai vigili per il controllo della licenza, Aldo viene investito dal bolide dei due che per espiare gli offrono un lavoretto in villa ma l’idillio dura poco e il tracollo finanziario è dietro l’angolo. Tutto è perduto e i tre sono costretti a tornare nell’afoso e stretto appartamento della mamma di Aldo in cerca di un nuovo progetto per far ripartire le loro vite. «La forbice si è allargata sempre di più e la disparità è aumentata. Abbiamo cominciato a scrivere la storia l’anno scorso e la crisi del nostro Paese ha sicuramente condizionato la sceneggiatura. Il nostro film però non vuole essere una riflessione sulla crisi anche perché Giacomo perde tutto per spregiudicatezza e per semplice stupidità» spiega Morgan Bertacca.

Sul foglio del cast artistico spuntano i nomi di Francesca Neri, Giuliana Lojodice e Massimo Popolizio «Massimo veste gli inediti panni di un parroco, Francesca interpreta una dirigente di banca, pedina essenziale per ottenere il finanziamento che potrebbe far ripartire la vita dei tre protagonisti mentre Giuliana è la madre di Aldo, donna burbera e castratrice. Ci sono molti più personaggi femminili rispetto ai nostri standard e anche una sotto-trama sentimentale, un record se ricordate La leggenda di Al, John e Jack dove l’unica donna, una signora anziana, compariva dopo un’ora e veniva uccisa subito».

Inevitabile una domanda sulla presenza o meno dei cantieri Expo nel film «Nel film non ci sono riferimenti all’Expo. Non sono previste delle scene ambientate lì anche perché sarebbe stato rischioso, ci avrebbero costretti, a fine film, a ultimare i lavori!» risponde divertito Giacomo. Prima dei saluti finali, una graditissima rivelazione: la militanza in gioventù di Giacomo nelle file di Democrazia Proletaria, finale a sorpresa che segna uno scarto con la leggerezza dell’intera conferenza stampa.