Nel bellissimo Padiglione Esprit Nouveau progettato da Le Corbusier nel 1922 e ricostruito a Bologna nel 1977, si innesta la mostra di Mika Taannila Damage / Control, curata da Lorenza Pignatti.
È un tuffo nella sperimentazione per il fibrillante universo immaginato dal filmmaker finlandese Mika Taannila (Helsinki, 1965), talentuoso macinatore di immagini che opera per decostruzione di vari materiali come documentari, film, video, libri, su cui interviene per edificarne altro. È una delle figure post-avanguardiste più impegnata a sobillare l’immagine e i formati tradizionali, giocando costantemente con l’interazione fra uomo, ambiente e tecnologia, in una continua alternanza tra passato e futuro. Mika Taannila ha già rappresentato il Padiglione nordico alla Biennale di Venezia nel 2017 e ha anche partecipato all’edizione di Documenta 13 nel 2012 oltre alle numerose presenze ai Festival cinematografici.

La mostra è una sorta di oscillazione Back to the Future in cui la dilatazione del tempo procede tra un ritroso futuribile ed un presente ambientalmente rischioso. Ciò si avverte subito con il film Futuro: A New Stance for Tomorrow (1998) che è, comme d’habitude, una opera contaminata da filmati amatoriali, materiali d’archivio e interviste e si arrotola sulla fascinazione delle Futuro House, le fantastiche unità abitative disegnate dal finlandese Matti Suuronen negli anni 60, realizzate in fiberglass e di forma ellittica Space Age.
Negli anni dela conquista dello spazio, questi mirabolanti prefabbricati, incarnarono le caratteristiche dell’architettura utopista e di quella proto-radicale. Diventate ormai oggetto di culto, fanno parte delle più importanti collezioni museali. La videoinstallazione The Earth Who Fell to Man (2017) vede Taannila impaginare una visione alterata del film L’uomo che cadde sulla terra (1976) di Nicolas Roeg. La sottrazione di ogni forma umana dal film originale annulla la diegesi ed esso incede in una vertigine di visioni di paesaggi, edifici, fondali, strade, cielo e terra.

L’ALIENO Thomas Jerome Newton nell’iconica incarnazione di David Bowie viene occultata. Le inquadrature scorrono sottosopra sullo schermo accompagnate dal sonoro di terremoti, rocce e frane che precipitano sulla terra, violata dalla prepotenza umana. E siamo indiscutibilmente nell’antropocene.
Per realizzare il documentario The Future Is Not What It Used To Be (2002) Taanila ha lavorato sull’archivio di Erkki Kurenniemi, il fisico nucleare finlandese, pioniere della musica elettronica che aveva prefigurato come la vita degli individui sarebbe cambiata con l’afflusso delle nuove tecnologie. Il film è strutturato intorno al «Progetto di raccolta maniacale» del fisico.

LA SERIE dei Film Reader (2017) è una sorta di sintesi tra il ready made dadaista e i Flux-kit Fluxorum, attraverso cui la febbrile immaginazione di Taannila interviene su libri di cinema, di fantascienza e noir, quasi sempre dei cult, manipolandone la forma, tagliuzzandoli, scavandoli o incidendoli e restituendoli come oggetti celibi. Così come per i collages della serie Family Films ispirati alle trasformazioni dell’immaginario erotico collettivo e per i Black and White Movies (2016), fotogrammi in b/n estratti da videocassette e realizzati senza l’aiuto della macchina fotografica.
Chiudono la mostra: il film Tectonic Plate (2016) e la videoinstallazione Verbranntes Land (2002).