Il primo incontro ufficiale fra Conte e Trump è stato il discorso di una storia d’amore. Sul piatto i dazi, l’immigrazione, il Tap, il gasdotto che dovrebbe portare il gas al resto d’Europa dal Mar Caspio, usando il Salento come porta di ingresso.

Ma la parte del leone l’hanno fatta i complimenti reciproci, specialmente riguardo le politiche migratorie: nello Studio Ovale Trump ha elogiato Conte per le politiche italiane sull’immigrazione e la protezione dei confini.

«L’Italia ha assunto una posizione molto ferma riguardo i confini – ha detto Trump – una posizione che pochi Paesi hanno preso. Francamente stai facendo la cosa giusta secondo me», ha concluso rivolgendosi direttamente a Conte che il presidente Usa chiama Giuseppe.

Riguardo i confini americani, invece, Trump ha usato la conferenza stampa congiunta per ribadire la sua intenzione di fermare i lavori del governo alla vigilia del voto di medio termine che si terrà a novembre: uno shutdown, se il Congresso non approverà il suo amato progetto di costruire un muro al confine tra Messico e Usa.

Rispondendo ai giornalisti, tuttavia, Trump ha affermato che «lascerà sempre spazi aperti per i negoziati» con il Congresso, dicendo che a differenza di Obama lui non ha «nessuna linea rossa» per le proposte di immigrazione, perché alla fine vuole solo «una grande sicurezza alle frontiere».

Conte, interrogato riguardo la Libia, ha risposto che il problema libico non è solo un problema di sicurezza. E, seppur i due non hanno «discusso i dettagli», sono intenzionati a risolvere il problema che è anche sociale e di diritti civili. Conte ha poi annunciato «una cabina di regia permanente Italia-Usa nel Mediterraneo, una cooperazione strategica, in virtù del quale l’Italia diventa punto di riferimento in Europa e interlocutore privilegiato».

Il premier italiano ha anche definito «ragionevole l’idea di riequilibrare le spese Nato», mentre per Trump è comunque necessario «colmare presto il deficit commerciale con l’Italia». Ma è ottimista.

Il feeling era sbocciato ben prima di questo viaggio del premier italiano a Washington: i due si erano incontrati già due volte, in occasione del burrascoso G7 e del summit Nato, come ha ricordato il premier italiano durante la conferenza stampa congiunta.

«Durante il G7 siamo diventati amici», ha detto Trump. Il presidente populista americano sin da subito ha accolto con calore il rappresentante del primo governo populista europeo e i due si sono ritrovati in un raro esempio di cooperazione tra le due sponde dell’oceano Atlantico, in un momento in cui gli altri governi europei guardano alla Casa bianca con lo sgomento di chi non riconosce più il proprio alleato.