Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha incontrato ieri a Mosca l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamé. Proprio mentre sulla stampa libica, in particolare sul sito Al Marsad, si denuncia il tracciato di un aereo cargo tipo Antonov della compagnia ucraina Ukraine Air Alliance che da giorni fa la spola tra diversi aeroporti turchi e quello di Misurata, si sospetta portando carichi di armi alle forze della campagna “Vulcano di rabbia” che contrastano da due mesi l’offensiva del generale cirenaico Haftar.

Il Cremlino – da sempre sostenitore di Haftar – si è impegnato a sostenere ora «in via di principio» l’operato di Salamé e di cooperare per arrivare a un cessate il fuoco e alla ripresa del dialogo tra le parti in guerra.
Nel frattempo Medici Senza Frontiere e Unhcr denunciano la situazione disumana 654 migranti a Zintan, tra cui 96 migranti, inclusi due neonati, trasferiti dalle aree dove si combatte a Tripoli. Le condizioni sono terribili – aree comuni sovraffolate e senza aerazione, bagni intasati e rotti, rifiuti e liquami ovunque, tensione alle stelle – e per l’Unhcr il centro va al più presto «smantellato». Msf fa notare che per i 5.800 migranti detenuti in Libia «non esistono posti sicuri».