Migranti, terrorismo, guerre, ma anche i preti pedofili, sono stati al centro dei gesti e delle parole di papa Francesco nei giorni del «triduo pasquale» che si conclude oggi con la messa e la benedizione Urbi et Orbi a San Pietro. «O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata», ha detto Francesco nella preghiera che ha recitato venerdì notte, al termine della Via Crucis al Colosseo. Il giorno prima, giovedì, nella messa al Centro accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto – durante la quale ha lavato i piedi a 11 profughi di varie religioni e ad una operatrice del Cara, «fratelli, figli dello stesso Dio, che vogliamo vivere in pace» – aveva ricordato gli attentati di Bruxelles, «un gesto di guerra, di distruzione». Terrorismo e guerre, figli degli stessi padri, ha ricordato ancora alla Via Crucis: i «fondamentalismi» e il «terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze»; ma anche i «potenti» e i «venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre».