La scena non è insolita, e anzi lungo la «rotta alpina» assistere al via vai di camionette della gendarmeria francese che scaricano come pacchi i migranti provenienti dall’Italia è prassi quotidiana o quasi.

Di solito avviene a Bardonecchia – vengono portati alla stazione ferroviaria, poco distante ma separata dalla caserma della polizia – data la presenze del vicino tunnel autostradale che rende più comodo il trasferimento dei migranti irregolari pescati oltre confine.

LA SCENA È QUESTA: arriva una camionetta bianca o blu, i miliari scendono, aprono la porta all’ospite indesiderato che esce dall’auto con un foglio in mano. Fine. Ieri si è appreso che venerdì scorso lo scarico è avvenuto a Claviere, secondo una testimonianza rilasciata da alcuni funzionari della Polizia, «pochi metri al di qua del confine». Un furgone della gendarmeria, uno di quelli che di solito va a Bardonecchia, è stato avvistato mentre faceva scendere un paio di uomini «di origine africana in una zona boscosa»: ovvero lungo il campo da golf che Claviere e Montgenévre, primo paese oltre confine, condividono: a pochi metri di distanza del posto di frontiera francese.

UNA SECONDA VERSIONE sostiene che i due uomini sarebbero stati scaricati «presso la galleria di Cesana», ma in questo caso si tratterebbe di almeno quattro chilometri all’interno del territorio italiano, ben al di là di Claviere e in un punto decisamente isolato e pericoloso.

Funzionari della Digos presenti – la zona in questi giorni è fortemente presidiata a causa della presenza degli anarchici dispersi dopo lo sgombero di Chez Jesus – hanno fotografato la scena. La Francia infatti, a differenza dell’Italia che non presidia la frontiera – il vecchio posto di guardia un tempo tenuto dai Carabinieri è stato recentemente raso al suolo dopo un abbandono decennale, mentre la dogana è chiusa da tempo – in questi giorni sta intercettando i migranti che non hanno più il punto di appoggio di Claviere, Chez Jesus, recentemente sgomberato.

GIUNTI A CLAVIERE, accompagnati da passeurs, oppure con l’autobus di linea, i migranti camminano verso la Francia, dove i gendarmi praticano una sorta di tonnara. Prima, passavano di notte lungo i sentieri, ma ora che il rifugio della piccolo rifugio Chez Jesus è venuto meno è crollata anche la rete di solidarietà che li aiutava nel passaggio verso la Francia.

LA GENDARMERIA FRANCESE secondo il «regolamento di Dublino» ha il dovere di avvertire il commissariato di polizia o la stazione dei carabinieri in caso di «restituzione»: nel caso di venerdì scorso denunciato dalla Polizia italiana questo non è avvenuto. Il ministro dell’interno Matteo Salvini ha fatto la voce grossa anti francese: «Sono in attesa di sviluppi. Non voglio credere che la Francia di Macron utilizzi la propria polizia per scaricare di nascosto gli immigrati in Italia. Ma se qualcuno pensa di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso. Siamo pronti a difendere l’onore e la dignità del nostro Paese in ogni sede e a tutti i livelli. Pretendiamo chiarezza, soprattutto da chi ci fa la predica ogni giorno, e non guarderemo in faccia a nessuno». Salvini conclude: «Invito il collega Moavero a chiedere chiarimenti all’ambasciatore». Il ministro quindi adombra l’ipotesi che Macron in persona stia spedendo in Italia i migranti che non vuole in Francia. Al confine italo-francese ogni giorno si gioca un grottesco rimpallo di uomini, donne e bambini che nessuno vuole.

LA PROCURA DI TORINO ha aperto un’inchiesta: la seconda, dopo la violenta perquisizione di un giovane nigeriano, da parte della polizia di frontiera francese, all’interno della stazione ferroviaria di Bardonecchia la scorsa primavera. Dopo molti mesi di indagini dalla gendarmeria francese non sono ancora giunti elementi sufficienti per procedere con l’indagine.