«Salvini evidentemente non ha ben chiare le difficoltà che stiamo vivendo quotidianamente, ma se ci sono iniziative che non abbiamo adottato e lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare io le raccolgo volentieri». Chi la conosce assicura che le parole della ministra Luciana Lamorgese sono più ironiche che polemiche. Sarà pure così, ma è la prima volta che la titolare del Viminale decide di rispondere ai continui attacchi che le arrivano dal leader della Lega su un tema delicato come quello dei migranti che sbarcano sul nostro territorio. E lo fa smentendo uno dei luoghi comuni su cui la Lega imbastisce la propria propaganda, quello dei numeri. Certo, ammette, «i numeri sono aumentati»: i migranti sbarcati all’inizio dell’anno fino a ieri sono 31.777 contro i 14.832 del 2020, «ma non parlerei di invasione. Il problema dell’immigrazione è complesso, va avanti da anni e richiede interventi a livello europeo», spiega.

Lamorgese si trova a Torino per partecipare a una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza al termine della quale viene intervistata dal direttore della Stampa Massimo Giannini. Per il Viminale questi sono giorni caldi, e non solo per le alte temperature. Gli attacchi di Salvini sulla questione migranti sono quotidiani e quando non lo fa lui interviene il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni che ieri, in un’intervista, ha parlato di «un problema» con la ministra ed è tornato a chiedere un «cambio di passo» sull’immigrazione.

Il cambio di passo in effetti c’è stato, ma non come sperava la Lega. Rispondendo a Giannini Lamorgese tocca infatti un altro tema caldo come la riforma della cittadinanza, prendendo a pretesto la richiesta avanzata dal presidente del Coni Giovanni Malagò di arrivare al più presto quanto meno a uno ius soli sportivo per permettere a molti atleti figli di immigrati di vestire la maglia della nazionale. «E’ un tema che si pone e di cui dobbiamo ricordarci non solo quando i nostri atleti vincono delle medaglie», spiega la ministra. Che poi va oltre l’ambito sportivo allargando il discorso ai disegni di legge (ce ne sono tre, primi firmatari Polverini, Boldrini e Orfini) da troppo tempo fermi in parlamento. «La politica dovrà fare i suoi riscontri e spero si arrivi a una sintesi politica» spiega, aggiungendo poi che bisogna aiutare «le seconde generazioni a farle sentire parte integrante della società».

Il tempo di leggere le agenzie e arriva la risposta di Salvini: «Invece di vaneggiare di Ius soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanze in assoluto – dice il leader della Lega – , il ministro dell’Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia. Ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito».