«Prima gli sfruttati». È lo slogan della manifestazione promossa dall’Unione Sindacale di Base (Usb) che parte alle 14 di oggi a Roma da piazza della Repubblica e arriva a piazza San Giovanni. Dedicato a Soumaila Sacko, il bracciante maliano e sindacalista Usb, ucciso a fucilate nella piana di Gioia Tauro mentre raccoglieva lamiere per costruire una baracca nella tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria), il corteo si oppone alla parola d’ordine razzista «prima gli italiani». In negativo, lo sfruttamento restituisce un’unità che va oltre le appartenenze nazionali. Contiene l’elemento unificante in cui possono riconoscersi italiani e stranieri che rivendicano tutele e diritti per tutti. L’indignazione, il dolore e la ricerca di un riscatto dei compagni di lavoro e di sindacato di Sacko, a cominciare dal Aboubakar Soumahoro, hanno reso questa manifestazione una convergenza tra istanze sociali e politiche dopo le elezioni del 4 marzo. Tra gli altri hanno aderito Potere al popolo, Rifondazione comunista, Partito Comunista Italiano, Rete dei Comunisti, Ex Opg e 081 di Napoli, il Cantiere di Milano, i centri sociali Spartaco, Corto Circuito, Sans Papier di Roma. A piazza San Giovanni, dopo l’intervento di chiusura di Aboubakar Soumahoro, si terrà un’assemblea con chi ha partecipato al corteo. Sono previsti pullman dalla Piana di Gioia Tauro e dal foggiano, zona di ghetti grandi e piccoli dove sono concentrati, in condizioni disumane, migliaia di braccianti migranti. Negli ultime ore quasi duemila persone hanno partecipato alla raccolta fondi promossa da Usb per il rimpatrio della salma di Sacko in Mali e il sostegno della moglie e della figlia di 5 anni. Una parte dei 38.103 euro andranno ai braccianti, lo ha deciso il sindacato in accordo con la famiglia. Il prossimo 23 giugno, a Reggio Calabria, si terrà un altro corteo. Quello di oggi è un primo momento di incontro per chi si oppone al governo pentaleghista a trazione Salvini. Per il neo-ministro dell’interno è la prima prova di piazza che lo contesta. Si capiranno subito i metodi che userà nel gestirla. Nelle strade ci saranno migliaia dei migranti per i quali, secondo Salvini, «sarebbe finita la pacchia». Saranno loro i primi ad essere danneggiati se passasse la non meglio precisata «semplificazione» della legge contro il caporalato annunciata dal leader della Lega.