In tutta questa storia c’è una sola certezza: domenica 12 gennaio Vakhtang Enukidze era vivo, sabato 18 è morto. Durante questi sette giorni l’uomo è rimasto sotto la custodia dello Stato. Prima nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gradisca d’Isonzo, poi nel carcere di Gorizia e di nuovo nel Cpr. Come sia possibile perdere la vita a 38 anni, privati della libertà personale, dopo aver accettato il rimpatrio e godendo di buona salute dovranno stabilirlo le indagini. SEBBENE NON SIA CHIARO cosa è successo in quella settimana, si inizia a capire ciò che sicuramente non è accaduto....