Onorevole Gennaro Migliore (di Italia viva, ndr), mancano meno di dieci giorni al rinnovo tacito del «memorandum» fra Italia e Libia, in cui in sostanza affidiamo la gestione dei flussi migratori a Tripoli. Lei è favorevole allo stop di quegli accordi?

Innanzitutto non è una scelta da fare come se tutto fosse uguale a prima. Dal 4 aprile scorso lì c’è una guerra conclamata, e l’Italia deve trattare la Libia come un paese in guerra e rivedere completamente l’accordo, riscrivendolo o cancellandolo. L’Italia segua le indicazioni della comunità internazionale. Le organizzazioni umanitarie hanno ben chiarito che la Libia non è un porto sicuro né un luogo sicuro. Dovremmo piuttosto attivare canali umanitari per portare in salvo tutti quelli che sono nei campi.

Alcuni parlamentari chiedono che se ne discuta in parlamento. Orfini, Delrio. Il presidente della camera Fico. Cosa proponete?

Serve una discussione reale. Nella finanziaria di fatto è stato azzerato il capitolo di spesa per la Libia. Ma ora si deve andare anche alla revisione della parte politica di quell’accordo. Del resto ci sono state anche scelte più recenti. Dopo la battaglia che facemmo Orfini ed io, a luglio il Pd votò contro il rifinanziamento della Guardia costiera libica. Al di là del giudizio che se ne può dare, quegli accordi sono figli di un’altra epoca. Ora non hanno più senso.

Qual è il suo giudizio su quegli accordi?

Era un giudizio condizionato da quello che si sapeva all’epoca, nel 2017, e dal fatto che consentivano di far entrare in Libia, uno stato non firmatario della convenzione di Ginevra, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. All’epoca era un’idea che poteva reggere. Ma i fatti si sono incaricati di smentirla. Ora sappiamo molto di più dai rapporti Onu che da tempo ci dicono che non si può considerare né la Libia né la sua Guardia Costiera un alleato dell’Italia, e da ultimo dalle inchieste di Avvenire, del giornalista Nello Scavo oggi sotto scorta perché minacciato dal trafficante libico Bija.

Di recente Renzi ha rivelato di essere stato perplesso sul memorandum del ministro Minniti. Però avete votato tutti sì.

Le perplessità le avevamo in molti. Ma ripeto, avevamo informazioni che ci dicevano che così potevamo introdurre nei campi gli organismi umanitari. Non possiamo fare una valutazione ex post sulla base di quello che sappiamo ora.

Alcuni suoi colleghi, Orfini e Magi, chiedono una commissione parlamentare sull’attuazione degli accordi. È d’accordo?

La strada migliore è quella di fare delle scelte subito più che un’inchiesta retrospettiva. E lo dico perché sono contrario a proseguire gli accordi. Servono scelte che possano incidere rapidamente. Le commissioni d’inchiesta hanno tempi lunghi. Ripeto: dobbiamo provvedere alla salvezza di chi sta nei campi. Serve un impegno della maggioranza, non un rinvio con una palla in tribuna.

A proposito, mentre parliamo la Ocean Viking aspetta di avere un porto, ha più di cento naufraghi a bordo. I decreti sicurezza restano in vigore. Quando eravate opposizione, fino a pochi mesi fa, li avete molto contestati. E ora che siete al governo li tenete?

La Ocean Viking deve attraccare, subito. E quei decreti li straccerei adesso. E scriverei una norma che modifichi la Bossi-Fini. Su questi temi c’è stato un incomprensibile cedimento da parte del Pd.

Il suo partito, Italia viva, su altri temati alza i toni. Se vuole Renzi sa farsi ascoltare. Su questa no, per ora. Perché?

Noi abbiamo posto il problema in maniera netta sia alla Leopolda che attraverso gli interventi di alcuni di noi. E lo stesso Matteo Renzi in tv da Fazio ha ribadito che bisogna cancellare i decreti sicurezza. Ma non si chiederà a noi di intervenire a gamba tesa su tutto per poi dirci che attacchiamo il governo? Ma vedrà, anche su questo prenderemo una posizione molto seria.

Quando la maggioranza affronterà questo tema?

Non posso fare a meno di ricordare che prima i decreti sicurezza erano in cima alle nostre discussioni. Abbiamo votato il taglio dei parlamentari, stiamo per varare una manovra economica che non tocca Quota 100, vorrei capire quando tocca alla sinistra di essere ascoltata dalla maggioranza. Il presidente Fico, oltre a chiedere la discussione sul memorandum, potrebbe intervenire sul suo partito per chiedere di discutere anche sui decreti sicurezza.

Non riuscite insomma a battere la resistenza dei 5 stelle?

Siamo in un’alleanza che io non considero strategica, ma opportuna per non consegnare il paese a chi chiede pieni poteri. E per portare avanti alcune scelte. Se i 5 stelle pensano che Salvini è un pericolo devono ammettere di conseguenza che anche quei decreti erano un errore. Anche se li hanno votati.