«Non posso parlare di sinistra senza parlare della coppia di Civitanova, un uomo e una donna anziani che decidono di suicidarsi insieme per aver perso le speranze dopo un progetto di vita distrutto da una crisi sempre più inquietante. Non si vede neanche una reazione all’altezza di queste tragedie. Non ha senso discutere di politica, né fuori né dentro il mio partito, se il primo elemento non è dare una mano agli esodati, ai cassintegrati, ai disoccupati che ogni giorno aumentano». È la premessa di Gennaro Migliore, capogruppo di Sel alla camera, alla proposta rivolta a Sel dal ‘giovane turco’ Matteo Orfini sul manifesto di ieri: ridiscutere insieme, Pd e Sel, di un progetto «che sappia ascoltare il paese fino in fondo», superando le divisioni tradizionali.
Orfini vi propone di ridiscutere insieme «una forza di sinistra che vuole essere il futuro del paese».
Apprezzo ogni segnale di apertura e ripensamento, in questa fase convulsa. Ma la questione non si risolve con l’ennesima riorganizzazione delle forze. O ricostruiamo un progetto per il paese oppure questa disperazione che ha come ultimo grido la strada del grillismo, che ormai sta già deludendo i suoi, non la incroceremo mai. Restiamo avvolti dal cordone sanitario dei nostri fallimenti, e non sappiamo ricostruire un’idea di società che si contrapponga agli schemi alla Happy days di Matteo Renzi.
Renzi è ormai un leader del Pd, forse il leader del futuro.
Ma non sono d’accordo con lui. Non si può fare un accordo con Berlusconi. E non per antiberlusconismo, che ormai è una compilation del passato che nessuno ascolta più, ma perché il Pdl garantisce la prevalenza di quel liberismo che ci ha portato alla disperazione sociale. Non so che farmene di un governo che garantisca l’austerità che fa annegare quelli che pagano la crisi.
Non è per questo che serve un nuovo progetto di sinistra?
Ripeto, apprezzo il discorso. E infatti Sel è nata per costruire una sinistra larga, popolare, che non si rinchiude nell’idea di autosufficienaza. Anzi il contributo più forte l’ha dato in contesti unitari. La nostra missione è l’allargamento del campo, in riferimento alle forze del socialismo europeo che criticano il blairismo, anche quello di ritorno. Mescoliamoci. Ma prima delle formule organizzative, interroghiamoci su due questioni. A cosa serve la sinistra, se deve esistere ancora? Quando si riprenderà i voti dei giovani? Sel ne ha presi, in proporzione, il centrosinistra no.
I giovani sarebbero l’elettorato di Renzi.
Non è un problema di marketing elettorale, è il fondamento per il quale la sinistra esiste. Renzi propone la conservazione: una cosa è avere l’ambizione di sfilare i voti alla destra, altra fare gli accordi con il proprietario di quei voti. L’ipotesi Bersani invece è l’unica possibilità perché alcune riforme si facciano. Anche alcuni nostri compagni dicono che ci stiamo incaponendo. Ma rispondo: tutto quello che non sostiene Bersani, porta alla grande coalizione. Bersani può essere sostituito, oppure è lui la garanzia di un progetto politico? Lui è prudente, ma dentro la sua prudenza c’è anche la lealtà con gli elettori.
Insomma in un partito con Renzi non potreste starci?
Renzi mi è simpatico, dice una cosa che diciamo anche noi: si fa tutto con le primarie. Bene. Infatti mi meraviglio di questi movimenti di truppe parlamentari degne della vecchia politica. È un interprete importante del Pd, ha dato corpo a un’idea di rinnovamento. Non è la nostra, perché è conservativa sul piano economico e sociale. Vedo che ora parla di lavoro. Ne discuteremo. Ma io non voglio sostenere Renzi, voglio sostenere un progetto largo e democratico. Insomma Renzi non è di sinistra, ma non è un problema, in coalizione ho già votato moderati. L’importante è che si passi per processi di legittimazione democratica. La sua scorciatoia di accaparrarsi un dividendo politico dalle difficoltà del momento è un errore. Quando ci saranno le primarie riparleremo di lui. Ora pensiamo a quello che serve al paese.
Le discussioni interne al Pd non aiutano?
Il totofuturo non serve. Concentrati verso il risultato: che Bersani abbia la fiducia del parlamento.
Se non c’è l’intesa con il Pdl,contate ancora sui voti grillini?
Crediamo al primato dei contenuti, che è uno dei valori che M5S ha portato in politica. Li abbiamo presi sul serio. Abbiamo molti punti in comune, cerchiamo di fare le riforme che condividiamo. Non per tattica. Com’è successo per la Val di Susa, come succederà sul reddito minimo garantito. Oggi noi di Sel andremo nelle carceri per parlare di una legge contro il reato di tortura. M5S è con noi?
Non sarà tattica, ma i voti di M5S servirebbero per il Quirinale.
La presidenza della Repubblica non è il terremo di intese per il governo. Serve una figura di garanzia per tutti. Dopodiché chiediamo che esprima un rinnovamento e che non dia l’idea che stiamo ricostruendo un patto fra ceti politici. E in questo M5S ha l’ultima occasione per far vedere che vuole ottenere il rinnovamento sul serio.
Sel chiede Prodi?
Sel da tempo non fa più nomi, che servono solo a mettere i nominati sulla graticola.