Brad Smith, manager di punta e responsabile legale di Microsoft, ha messo in guardia gli Usa e il resto del mondo: «È chiaro che le democrazie di tutto il mondo sono sotto attacco. Entità straniere stanno lanciando attacchi informatici per interrompere le elezioni e seminare discordia».

Le entità straniere a cui si riferisce Smith sarebbero pirati informatici legati al governo russo che al momento puntano a gruppi politici statunitensi: la compagnia di Bill Gates la scorsa settimana ha fatto bloccare ben sei domini internet creati «da un gruppo largamente associato al governo russo e noto come Strontium» o Fancy Bear o APT28, che era già conosciuto per i legami con il Gru, l’agenzia militare russa.

I domini tentavano di spacciarsi per il Senato Usa e per due organizzazioni conservatrici americane, l’Hudson Institute e l’International Republican Institute. Una volta che si cliccava su questi siti si veniva reindirizzati a pagine che tentavano di rubare le password degli utenti.

Il fine dell’interferenza russa, in vista delle elezioni di medio termine di novembre, sarebbe stato quello di contrastare la tendenza dei gruppi repubblicani moderati o tradizionali, ostili a Trump e favorevoli a perpetuare le sanzioni alla Russia.

Il dato che scaturisce è che le incursioni russe volte a determinare la politica Usa, stavolta non sono state denunciate dal governo ma da un privato, Microsoft, che evidentemente sa più di quello che si immagina e che può parlare molto più liberamente di quanto possa fare il procuratore speciale Robert Mueller che sta indagando sul Russiagate.

Secondo Smith, Microsoft’s Digital Crimes Unit ha eseguito con successo l’ordine con cui un tribunale disponeva di distruggere e trasferire il controllo dei sei domini internet. Negli ultimi anni Microsoft è già intervenuta 12 volte e chiuso 84 siti fake tutti legati al gruppo Strontium.

Ma Mosca sostiene di non saperne niente: «Non sappiamo di quali hacker stiano parlando – ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – Chi sono esattamente? Non capiamo quali prove abbiano e le basi per trarre questo tipo di conclusioni. Le informazioni mancano». Mantenendo l’anonimato un diplomatico russo ha osservato come il modus operandi di Microsoft si confà più a un procuratore federale che a una società privata, giocando così una partita politica.

Intanto la società è corsa ai ripari e ha lanciato AccountGuard, un nuovo sistema per arginare la minaccia: un’iniziativa che, per Smith, «fornirà una protezione informatica all’avanguardia senza costi aggiuntivi a tutti i candidati e agli uffici per la campagna elettorale a livello federale, statale e locale, così come ai think tank e alle organizzazioni politiche che ora crediamo siano sotto attacco». Sarà gratuita per gli utenti di Office 365 e servirà a notificare i tentativi di attacco e a fornire una guida per mettere in sicurezza i sistemi informatici.