Il giornalista e conduttore televisivo Michele Santoro ha ribadito il suo interesse per l’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci e chiuso dal giugno 2017, nel corso di un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera. La testata, oggi di proprietà del costruttore Massimo Pessina, è tornata nelle edicole per un solo giorno, il 25 maggio 2018 a Roma e Milano per evitare la decadenza della testata. In quell’occasione la carica di direttore è stata assunta da Luca Falcone, mentre al numero unico lavorò un gruppo di quattro giornalisti della vecchia redazione.

Nella primavera del 2018 a testata è stata pignorata su istanza dei giornalisti, così da ottenere gli stipendi arretrati. Nel novembre successivo, durante una trasmissione televisiva, l’ agente dello spettacolo Lele Mora aveva espresso l’intenzione di «dirigere» il quotidiano e aveva sostenuto che era stato acquisto da «due gruppi». Annuncio smentito dalla società proprietaria della testata, la Piesse.

I tempi per i ventisette giornalisti e i cinque poligrafici sono ormai stretti. Il trenta giugno prossimo scadranno i due anni di Cassa integrazione. Dal giorno dopo ci sarà la disoccupazione. «Ci stiamo battendo per salvare quanti più possibili posti di lavoro e garantire i più solidi ammortizzatori sociali – sostiene il comitato di redazione – Noi faremo la nostra parte. Ma sappiamo che il futuro de L’Unità non dipende solo e tanto da noi. Michele Santoro ha dichiarato un impegno. Non può cadere nel vuoto».
La notizia dell’interessamento di Santoro per il rilancio della testata «è importante perché riguarda il futuro di una testata storica, non solo per la sinistra ma per l’informazione italiana, e dei lavoratori, giornalisti e poligrafici, che ad essa sono ancora legati» hanno commentato i giornalisti che si augurano che l’impegno di Santoro non cada nel vuoto.

«Riportare in edicola il giornale fondato da Antonio Gramsci – aggiungono i giornalisti – è un impegno che da due anni le organizzazioni sindacali – l’Fnsi, le associazioni territoriali, il Cdr – stanno portando avanti, con la consapevolezza che questa vicenda va ben oltre il pur importante ambito sindacale, perché essa parla ad un mondo della sinistra, una sinistra plurale, al mondo del lavoro, alle sue organizzazioni rappresentative, che nel ricostruire un proprio radicamento, per innovare la propria identità, per far vivere valori e principi che ne sono a fondamento, ha bisogno di una voce autorevole come per oltre 90 anni è stata l’Unità e come potrebbe tornare ad esserlo».

I comitato di redazione ha chiesto anche un interessamento da parte del neo-segretario del partito democratico Nicola Zingaretti: «Il futuro di una testata storica come l’Unità è un fatto politico, prim’ancora che industriale. E come tale interroga i protagonisti, a sinistra, della politica. In questi durissimi anni la comunità non ci ha fatto mai mancare solidarietà e sostegno per una battaglia che sentiva propria».