Rappresenta un unicum nel panorama nazionale. È il palco della cittadinanza attiva. Taranto è pronta ad accogliere nuovamente in presenza l’Uno Maggio Libero e Pensante. La manifestazione, creata dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, simbolo della resistenza contro le logiche spregiudicate del profitto, giunge all’VIII edizione. Dalla guerra all’inquinamento senza trascurare il lavoro, il clima, le fonti fossili, l’economia circolare, la mafia e le questioni di genere. Oltre agli artisti numerosi, saranno ospiti attivisti provenienti da tutta Italia, inclusi i più giovani, e importanti personalità della società civile.

Michele Riondino, attore, tarantino, direttore artistico assieme a Roy Paci e Antonio Diodato, che cos’è l’Uno Maggio Libero e Pensante?

È un’esperienza collettiva, di cui abbiamo sentito la mancanza. Un’esperienza necessaria. Siamo stati per troppo tempo chiusi in casa. Le istanze che siamo abituati a sentire su quel palco sono state oscurate dalla pandemia. Abbiamo rispettato le regole per amore della collettività. Adesso c’è bisogno di tornare in piazza per far sentire le nostre voci. A distanza di due decenni da quando eravamo in piazza contro la globalizzazione a Genova, abbiamo la conferma che avevamo ragione a dire che i più poveri sarebbero diventati più poveri, i ricchi sarebbero diventati più ricchi e che i sistemi economici si sarebbero piegati a queste logiche. Chiedo chi verrà di vivere questa esperienza in maniera sociale, di spegnere i cellulari. Abbiamo bisogno che il pubblico ascolti le storie che verranno raccontate dal palco per poterle poi raccontare personalmente a qualcun altro. In questo modo potremo tornare ad essere massa critica.

Inevitabilmente dovremo confrontarci con i temi legati alla pandemia, alla crisi di ogni settore del mondo del lavoro e purtroppo anche alla guerra.

Cosa rappresenta per lei questa giornata?

Mi sento orgoglioso di poter vivere la Festa dei lavoratori nella mia città perché Taranto è il simbolo delle contraddizioni del sistema lavoro. È un luogo necessario per festeggiare e ricordare. Sono orgoglioso di aver contribuito insieme al Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti alla creazione di una nuova narrazione, anche se questo vocabolo è spesso abusato. Dalla prima edizione di Uno Maggio Libero e Pensante i racconti che arrivano alla nazione di Taranto sono fatti anche di bellezza. Sono racconti artistici, suonati, cantati, dipinti.

Taranto ospita la più grande acciaieria d’Europa, la base Nato e la Marina Militare, una convergenza che la rende unica…

Non siamo tutti operai, non siamo tutti militari, non siamo tutti imbarcati. Taranto è fatta di cittadini, lavoratori, disoccupati, studenti, cassintegrati. Siamo tantissimi a non lavorare in fabbrica né in Marina ma non siamo tanto importanti quanto loro, perché i sindacati continuano a difendere strenuamente col coltello alla bocca i contratti senza che nessuno prenda le difese di tutti gli altri lavoratori che compongono la cittadinanza tarantina. Landini, così come gli altri segretari nazionali, quando parla di Taranto parla solo di acciaio e di mondo operaio, forse è il caso di comunicare agli italiani che a dipendere da quella acciaieria è solo una piccola parte di questa città.

Il palco dell’Uno Maggio è storicamente il megafono della società civile. Quali sorprese riserverà quest’anno?

Inevitabilmente dovremo confrontarci con i temi legati alla pandemia, alla crisi di ogni settore del mondo del lavoro e purtroppo anche alla guerra. Parleremo di come il sistema politico fa leva su concetti surreali se non totalmente fantasiosi, di come è impossibile pensare a un siderurgico che vada a idrogeno, di come non sarà possibile decarbonizzare l’ex-Ilva, di come è crollata la maschera del governo che prima almeno aveva un po’ di pudore fingendo di non voler aumentare la produzione. Adesso si usa la guerra in Ucraina per giustificarla. Ci faremo nuove domande. Perché in un periodo storico caratterizzato dalla più grande crisi energetica si continua a parlare di fonti fossili? Perché prima della pandemia il governo parlava tanto di Pnrr e adesso di transizione non se ne parla più, anzi si torna indietro? Perché si continua a stringere accordi con paesi che non brillano certo per democrazia?

L’Uno Maggio Libero e Pensante è un miracolo della solidarietà. Come ci siete riusciti?

Questo è un evento che va avanti con la sola forza della passione da parte della gente che ha voglia di mantenere viva questa manifestazione. I sostenitori di Uno Maggio sono sparsi per l’Italia: ci aiutano con i loro contribuiti e a fronte del loro sostegno noi offriamo il vino. Sono quelle piccole magie che si ripetono di anno in anno. Taranto ha bisogno di tutto ciò. Ha bisogno di Uno Maggio Libero e Pensante e l’Uno Maggio ha bisogno di tutti i sostenitori sparsi per l’Italia.