Il suo nuovo singolo, Your Capricious Soul, ritorno da solista dopo otto anni lo ha messo sul proprio sito – scaricabile con una donazione al movimento ambientalista Extinction Rebellion. Ma questo lo sappiamo già, e Michael Stipe non era al Maxxi di Roma ieri mattina per parlare di musica, anche se nelle domande rivolte all’ex voce dei Rem l’argomento è tornato più volte. «Il tempo dei Rem è finito, vivo la musica come una passione, perciò vi chiedo di non battere il respiro ma di godevi il sogno» ha risposto a chi gli ha chiesto di una possibile futura «riunione» del gruppo

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Ieratico, i toni lievi come un sussurro, Stipe ha presentato invece Our Interference Times: a visual record libro fotografico realizzato insieme a Douglas Coupland, l’autore di quel manifesto generazionale che all’inizio degli anni Novanta era stato Generazione X. Our Interference Times (Damiani, 2019, pp. 200, euro 50) raccoglie immagini scattate da Stipe negli anni, paesaggi, corpi, luci, sagome lontane, ricordi del passato, memorie in divenire. E omaggi al cinema – ha prodotto molti film tra cui Velvent Goldmine di Todd Haynes – in particolare a Fellini che uno dei suoiregisti preferiti, e al film che ama di più, E la nave va. «La scelta di pubblicare con una casa editrice indipendente va nella stessa direzione di mettere il singolo sul mio sito invece che su una grande piattaforma»spiega Stipe. E aggiunge: «Anche se voglio che arrivi al più alto numero di persone possibile sono felice di esplorare la musica in modo indipendente. Immagino i fruitori come una comunità filosofica che si muove verso il cambiamento. Sono fiero di questi ragazzi, dell’impegno che ci stanno mettendo. Siamo alle porte di una trasformazione generazionale, che collega gli adulti ai giovani. Non bisogna avere paura ma impegnarsi per le giuste cause, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale».
E quello del cambiamento è anche il tema del libro a partire dal passaggio dall’analogico al digitale: «Una trasformazione generazionale che ha modificato il modo di vedere il mondo. Mi interessava indagare le conseguenze che ha prodotto nella percezione».

ANCHE i ricavi del volume saranno destinati a Exinction Rebellion. «Credo che sia essenziale provare a modificare la realtà in cui viviamo, il mondo siamo noi, siamo noi a decidere chi sono i politici che ci governano. Non penso che il movimento ambientalista chieda troppo, chiedono il giusto».

Ma come è nato questo progetto? «Ho scattato fotografie per tutta la vita, saranno almeno centinaia di migliaia. Per me rappresentano il panorama emotivo e visivo di un’epoca come la nostra di transizione e di caos: questo libro è la cosa migliore che abbia fatto finora. Dalla musica ho imparato che, per spiegare tutto, un artista tende a sminuire ciò che fa. Ho sempre combattuto per tradurre in parole, in canzoni, le immagini che ho in testa. Le foto sono più dirette, contengono risposte, non vanno descritte, esprimo un suono, un ’rumore bianco’. L’incontro con Coupland è stato fondamentale, era la persona perfetta per organizzare i materiali, sa mettere ordine cosa che non è nel mio modo di pensare».

SULL’AMERICA di oggi Stipe non ha invece dubbi: «Trump deve andarsene. Il candidato che ho in mente per le prossime elezioni presidenziali è Elizabeth Warren, invece Biden dovrebbe farsi da parte. Penso che molto del nostro modo di pensare sia oggi condizionato dai social media. Non sono sui social, non mi piace l’immagine di me che producono, amo la tecnologia ma trovo pericoloso il modo in cui i social vengono utilizzati. Se Trump avesse mandato meno tweet due anni fa vivremmo in una situazione migliore».