Caro «manifesto», ti scriviamo dal profondo Nordest, a nome delle redazioni del «Primorski dnevnik» e del «Novi Matajur».

Il primo è un quotidiano in lingua slovena che esce a Trieste dal 1945, successore di quel «Partizanski dnevnik» (Quotidiano partigiano), nato nelle foreste slovene nel novembre del ’43 e considerato l’unico quotidiano libero nell’Europa occupata dal nazifascismo. Il secondo è il settimanale degli sloveni della provincia di Udine ed è bilingue. I suoi articoli sono in sloveno standard o nei dialetti locali e in italiano; leggendoli, generazioni di beneciani hanno imparato a conoscere i dialetti sloveni e la lingua letteraria.

Dal 1991 il «Novi Matajur» è di proprietà della omonima cooperativa, formata dai dipendenti e da altri giornalisti. Anche la proprietaria del «Primorski dnevnik» è, dal 1997, una cooperativa di circa 2.000 soci, per lo più sloveni del Friuli Venezia Giulia, che con uno scatto di orgoglio e tanto spirito di appartenenza alla nostra comunità salvarono il giornale a un passo dal baratro.

Da allora cerchiamo di sopravvivere come meglio sappiamo – da 30 mesi grazie ai contratti di solidarietà. Siamo infatti uno di quei giornali «di idee», voci di minoranze che altrimenti non avrebbero voce, che senza i finanziamenti pubblici chiuderebbero i battenti. Cosa che purtroppo molti in Italia vorrebbero accadesse.

Tutto questo per dirti che comprendiamo molto bene la difficile situazione nella quale ti sei trovato e che ammiriamo la tua voglia di reagire, la tua capacità di fare comunità e coinvolgere nel tuo «salvataggio» tutti coloro che hanno a cuore la libertà d’espressione e d’informazione.

Tra loro ci siamo anche noi, le giornaliste, i giornalisti, i poligrafici, gli altri dipendenti del «Primorski dnevnik» e del «Novi Matajur»: e visto che le parole, da sole, non bastano, ti mandiamo un nostro piccolo contributo per la tua grande causa.

Auguri!

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