Mezzanotte di fuoco per l’Italia di Cesare Prandelli. Per il clima irrespirabile della foresta di Manaus. E per le polemiche che hanno accompagnato la Nazionale.

Codice etico a corrente alternata, la scarsa competitività della serie A che non regala talenti alla maglia azzurra, la reazione scomposta di Pepito Rossi alla mancata presenza nei 23, soprattutto della sua famiglia, tra fidanzata social media-addicted e nonno furioso. E poi il solito capannello mediatico intorno a Mario Balotelli, calciatore-Provvidenza del Mondiale azzurro. Di lui, sanno tutto gli smanettoni del social network, che hanno ammirato ieri SuperMario postare un fotomontaggio su Facebook con il suo volto incastonato nella Coppa del Mondo. Ma ora si gioca.

Su un campo di terza categoria, umidità di poco inferiore al 100%. Condizioni impossibili, Prandelli si è premunito con la casetta-Manaus a Coverciano che ricreava lo stesso inferno climatico della cittadina amazzonica.
Quindi pensiero solo agli inglesi, che come i tedeschi vedono sempre le streghe contro gli azzurri. Il copione è sempre quello: ci sottovalutano, poi riempiono i tabloid di lacrime dopo essere sbattuti dagli italiani fuori dalle competizioni che contano. Battuti nella finalina per il terzo posto a Italia ’90, superati due anni fa agli Europei, ai rigori. Dominati durante la gara, avanti ai penalty prima del cucchiaio di Pirlo che rimetteva ordine nella gerarchia tra buoni atleti e fuoriclasse. Stavolta si dicono più forti, più pronti.

Il blocco Liverpool viene da una grande stagione, hanno esterni rapidi, che saltano l’uomo (soprattutto Sterling, ma occhio a Barkley, mezzapunta dell’Everton che parte dalla panca). Il loro punto debole è il ct Roy Hodgson, che ha sempre fallito i grandi appuntamenti in carriera. Prandelli ha le idee chiare, non si è fatto condizionare dalle pessime amichevoli pre Mondiali dei suoi ragazzi, appesantiti da una preparazione atletica durissima. Punta sul possesso palla, sulla solidità di De Rossi da numero 5 alla sudamericana, in mezzo ai due centrali difensivi, poi Pirlo e Verratti, gioco corto e lungo come pochi al mondo.

E se la fase difensiva toglie il sonno agli italiani – non molti sinora – che hanno mostrato interesse per il destino dell’Italia in Brasile, le fiches migliori le puntiamo in avanti, con Marchisio e Candreva pronti a lanciarsi negli spazi. Ciro Immobile scalpita, viene dalla tripletta nella passerella contro la Fluminense, da un campionato straordinario con il Torino. Ma davanti a lui c’è Balotelli, tra i tre migliori calciatori al mondo nei tornei da 15-30 giorni. Con lui potrebbe partire titolare anche Lorenzo Insigne, talento tascabile del Napoli, salito sull’aereo di nascosto mentre gli italiani attendevano Pepito Rossi. Ma per arrivare tra le prime otto, forse quattro, servono Buffon e Pirlo al top della condizione, De Rossi saldo di nervi e Balotelli che becca la porta, come contro la Germania due anni fa agli Europei. Non è poco.