Settant’anni di era atomica e una nuova incombente minaccia all’orizzonte. Nel mondo esistono più di 16mila bombe nucleari, di cui più di 70 in Italia, custodite nelle basi militari statunitensi di Ghedi e Aviano. Delle 180 armi nucleari schierate dagli Usa in Europa, il nostro paese ne ospita, in proporzione, il numero più alto. Il terrore di un conflitto nucleare, che durante la Guerra fredda era al centro del dibattito pubblico, nell’ultimo quarto di secolo è finito nel dimenticatoio. L’ultimo numero dell’Economist (uscito il 7 marzo) dedica invece la copertina alla «nuova era nucleare». La corsa agli armamenti atomici non è mai finita e anzi il club degli Stati che detiene la «bomba» non bada a spese per rifornire l’arsenale. Rispetto a quelle di tipo A sganciate su Hiroshima e Nagasaki, oggi esiste la bomba H all’idrogeno, la bomba N al neutrone (il cui scopo è uccidere gli esseri viventi lasciando la maggior parte delle strutture nemiche intatte), la bomba G, al cobalto, e le «bombe sporche» come quelle all’uranio impoverito.
«Bimbi nati in modo soddisfacente» è il telegramma che ricevette il presidente Truman durante la conferenza di Potsdam il 16 giugno del 1945. Gli si comunicava la buona riuscita del primo esperimento atomico. «Mio Dio, che cosa abbiamo fatto?» disse invece Robert Lewis, uno dei piloti del bombardiere americano B-29 che sganciò «Little Boy» il 6 agosto del 1945 su Hiroshima. Il mondo non ha davvero mai visto cosa è successo sotto quel fungo atomico. Se non fosse per la testimonianza dei sopravvissuti o «hibakusha». Un’opera di rimozione collettiva sulla catastrofe nucleare. Anche oggi, con tutti i mezzi a disposizione nessuno potrebbe fronteggiare le conseguenze umanitarie di un uso deliberato o accidentale di armi nucleari. Nell’ambito del vasto fronte internazionale per il disarmo nucleare, la «Campagna Senzatomica» vuole sviluppare un movimento di opinione per la sottoscrizione, entro il 2015, di un trattato internazionale che bandisca totalmente le armi nucleari. Culmine della campagna è la mostra «Senzatomica», allestita in 48 città italiane per un totale di 190mila visitatori e aperta gratuitamente a Roma dal 6 marzo al 26 aprile nello spazio Factory La Pelanda dell’ex mattatoio di Testaccio. Una mostra che viaggia al ritmo di mille visitatori al giorno e di 16mila studenti delle scuole romane prenotati. L’obiettivo è di raggiungere i 75mila visitatori. È la più grande esposizione per il disarmo mai fatta a Roma, con oltre 50 pannelli, installazioni sonore e video su una superficie di 700 metri quadrati. L’iniziativa è promossa dall’Istituto buddista italiano Soka Gakkai sotto lo slogan «il disarmo parte da me».