Mettersi a nudo, lasciando che sia il corpo a parlare di sé, colmando il gap tra autobiografia e condizione collettiva. Daniele Ninarello, nel suo ultimo anno di artista associato al festival Oriente Occidente, ha portato al Mart NOBODY NOBODY NOBODY, it’s ok not to be ok, assolo in duplice forma di installazione e performance che attraversa con lucida scrittura i temi di bullismo, protesta, controllo, abuso di potere. Drammaturgia firmata da Gaia Clotilde Chernetich, per un processo creativo nutrito di un denso laboratorio con adolescenti liceali sui temi costitutivi dell’assolo: un lavoro meditato durante i mesi di lockdown, che amplia grazie al dialogo una riflessione nata a tu per tu con se stessi.

IL RISULTATO è un assolo che affida al corpo l’impatto di ambigue dinamiche a contrasto tra vittima e carnefice, a partire da quella posa iniziale, con Ninarello immobile, disteso a faccia in giù con i pantaloni abbassati. È un attimo, il danzatore si riveste, la danza inizia: il corpo tenta, nelle mani, nei polsi, nello stomaco, di decontrarsi, bloccato nella muscolatura, irrigidito nei muscoli, imploso, eppure desideroso di sciogliersi. Un vissuto psicologico che si svela nella danza. Tensione e distensione in sviluppo coreografico pungente, con squarci di memorie personali, come E la luna bussò cantata in versione malinconica alla chitarra da Ninarello prima del liberatorio finale. Un pezzo da vedere collegato a un efficace progetto didattico.

INSIEME al lavoro di Ninarello, tra gli spettacoli italiani visti a Oriente Occidente, segnaliamo sotto il profilo artistico e sociale 20 Di/versi. Madrigali contemporanei. Creazione site specific di Balletto Civile per la coreografia di Michela Lucenti, declina in una ricerca con volontari del territorio trentino il lavoro cominciato con Figli di un dio ubriaco. Incursioni fisiche sui Madrigali di Claudio Monteverdi, spettacolo passato oltre che a Rovereto allo Strehler di Milano per Tramedautore 2021.
In entrambe le tappe del progetto su Monteverdi è centrale il racconto di un’umanità che non si mette in mostra per eccellenza, ma per quotidiano percorso di vita, con le sue speranze e fatiche. In Figli di un dio ubriaco, accompagnato live dall’Orchestra Cremona Antiqua diretta da Antonio Greco e da due cantanti (commissione del Ponchielli di Cremona e del Festival di Montepulciano), Monteverdi è il grembo musicale che accoglie con ritmica partecipazione dei corpi le storie di uomini, donne, vecchi e bambini nate intorno a una fabbrica.
Un’umanità nascosta il cui racconto si intreccia nella musica monteverdiana, come accade nei 20 Di/versi, coproduzione di Oriente Occidente in prima assoluta. Frutto di una feconda attività laboratoriale, 20 Di/versi riscrive nella forma poetica del madrigale i racconti dei 20 partecipanti coinvolti da Balletto Civile nella performance. 20 danze per illuminare se stessi dentro un nuovo nome e un nuovo canto: come accade a Il Superstite, che danza «con le cicatrici addosso di una vita in fiamme».