Padre Gregorio Lopez, il prete messicano rapito lunedì nello stato sud occidentale di Guerrero, è stato ucciso con un colpo alla nuca. Il suo cadavere è stato ritrovato nei pressi di Tlapehuala, nella zona di Tierra Caliente. Il religioso era stato sequestrato da un gruppo di uomini armati mentre stava tenendo un seminario nella diocesi di Ciudad Altamirano. Il giorno successivo al rapimento, oltre 300 persone avevano marciato fino alla cattedrale della città per chiedere ai sequestratori di risparmiare il sacerdote. È il terzo religioso ucciso nel Guerrero negli ultimi mesi.

Durante i primi due anni di presidenza di Enrique Peña Nieto sono stati assassinati otto preti e due risultano scomparsi. Secondo le testimonianze, Lopez sarebbe stato rapito dalla banda dei Guerreros Unidos, egemone nella regione: la stessa che ha dato manforte alla polizia di Iguala nel massacro degli studenti (6 morti e 25 feriti) e che avrebbe sequestrato i 43 “normalistas”, scomparsi il 26 settembre. Lopez aveva denunciato pubblicamente l’intreccio tra mafia e politica che governa il Guerrero. Per gli studenti della scuola rurale di Ayotzinapa si continua a manifestare in diversi stati del paese. Famigliari e movimenti chiedono le dimissioni del presidente Peña Nieto e invitano a boicottare le elezioni del 2015. Ieri, oltre 2.000 manifestanti hanno attaccato una guarnigione militare a Ciudad Altamirano gridando «Assassini!».