Stasera i tedeschi dovranno rinunciare al seguitissimo Tatort, il poliziesco che ogni domenica va in onda sul primo canale pubblico, Ard. Tutte le principali catene televisive, compresa naturalmente la rete ammiraglia, trasmetteranno il primo e unico duello fra i leader politici che aspirano ad essere cancelliere della Repubblica federale dal 22 settembre: la democristiana (Cdu) Angela Merkel, che quel ruolo già ricopre, e il socialdemocratico (Spd) Peer Steinbrück.
Uno spettacolo, quello di oggi, probabilmente meno avvincente del consueto film-tv in cui coppie di affiatati commissari danno la caccia agli autori dei delitti che turbano la placida tranquillità di città come Münster o Ludwigshafen. Stasera si sa già come va a finire. Salvo clamorose sorprese.

Ci vorrebbe, infatti, un’improbabile pessima performance della cancelliera in carica per alterare i rapporti di forza che appaiono consolidati da molti mesi. I sondaggi registrano senza variazioni, infatti, che il tasso di consenso di cui gode Merkel è molto superiore a quello dello sfidante: secondo l’ultima indagine demoscopica disponibile, se si votasse direttamente per il capo del governo la leader Cdu batterebbe Steinbrück di 26 punti (54% a 28%).

Il candidato socialdemocratico, 66enne ex ministro delle finanze nel governo di Grosse Koalition presieduto dalla sua avversaria, deve riuscire a mobilitare gli indecisi, calcolati in un terzo dell’elettorato. Per farlo, cercherà di parlare soprattutto a quelle fasce popolari che hanno voltato le spalle al suo partito dopo la stagione di «riforme» neoliberali iniziata da Schröder. Il problema, però, è la sua credibilità: Steinbrück è stato convinto sostenitore dei tagli allo stato sociale, della «flessibilità» del lavoro e della riduzione delle tasse ai più ricchi.

Sicuramente i moderatori solleveranno il tema delle possibili alleanze post-voto. C’è da attendersi che i duellanti ribadiranno la loro scelta a favore, rispettivamente, dei liberali e dei verdi. Merkel, tuttavia, potrà dire più comodamente del suo avversario che, se gli elettori così vorranno, lei non avrà nulla in contrario ad un patto Cdu-Spd. E alle probabili critiche di Steinbrück sulla politica di austerità, la cancelliera potrà serenamente rispondere che lei e il suo concorrente hanno sempre votato allo stesso modo sui «pacchetti di aiuti» alla Grecia.

Le divergenze emergeranno su questioni come il matrimonio omosessuale, osteggiato (blandamente) dalla Cdu, o il sostegno alle famiglie che non mandano i figli all’asilo, contrastato dalla Spd. Questioni importanti, ma dalle quali non sembra dipendere il risultato delle urne.

Sulla Siria le posizioni sono simili, ma Steinbrück potrebbe accusare Merkel di scarso impegno in politica estera. E di essere stata arrendevole con gli americani sul caso dello spionaggio denunciato da Edward Snowden. Difficile che basti a generare quella Wechselstimmung, quella «atmosfera di cambiamento» che serve ad innescare un nuovo ciclo politico.