Il falco Wolfgang Schäuble è ufficialmente il nuovo presidente del Bundestag. Con 501 voti su 704 (173 contrari) l’ex ministro delle finanze è stato eletto ieri nella seduta inaugurale del parlamento più numeroso della storia.
Si chiude così lo scambio politico di Angela Merkel con i liberali, che pretendevano la sua esclusione dal governo come pre-condizione all’accordo «Giamaica», e in parallelo si apre il primo “caso” della legislatura con il boicottaggio semi-totale del candidato Afd alla vice-presidenza. Tutto in attesa della coalizione che la cancelliera negozia con Verdi e Fdp sulla base di tetto ai rifugiati, auto-elettrica e detassazione alle imprese: i contenuti della convergenza da perfezionare entro dicembre.

RIFLETTORI accesi, quindi, sulla terza vita di Schäuble a 73 anni, dopo la «seconda esistenza» imposta sulla sedia a rotelle in seguito all’attentato del 1990. Completa il cursus honorum cominciato nel 1972 con la prima elezione in Parlamento nella Cdu, continuato da “delfino” di Helmut Kohl e culminato come ministro delle finanze nell’era Merkel. L’austerity imposta prima ai Land con il debito-zero poi all’eurozona a partire dalla Grecia, rimangono il suo marchio di fabbrica.

Ciò nonostante Schäuble al momento dell’investitura è emozionato, e di fronte ai 709 deputati si chiede se sia il caso di attivare se stesso insieme al microfono: «Devo premere il pulsante anche per me?». Una battuta, prima di ringraziare il predecessore Norbert Lammert (presidente del Bundestag per 12 anni) e riassumere la “sua” linea sopra le parti: «Il mio mandato sarà improntato su correttezza e rispetto. Negli ultimi mesi in Germania ci sono stati segnali contro la coesistenza civile. Nessuno però rappresenta la gente da solo. E il Parlamento è il cuore della democrazia».

LO STESSO chiamato a investire del nuovo ruolo istituzionale Alternative für Deutschland che rivendica uno dei sei posti da vice-presidente nonostante il suo candidato non si riconosca nei valori costituzionali. Per questo dalla Cdu alla Spd, dai Verdi ai liberali fino alla Linke si è alzato il pollice verso a una nomina andata oltre la provocazione, visto il curriculum dell’aspirante.
Albrecht Glaser, classe 1942, cresciuto in Assia, un passato nella Cdu prima di diventare uno dei tre portavoce e candidato alla presidenza federale di Afd. Eletto al Bundestag il 24 settembre, è stato proposto dai leader Alexander Gauland e Alice Weidel alla carica che spetta all’ultra-destra. Peccato che il deputato sia il simbolo dell’islamofobia e si distingua perfino sopra le righe già alte del partito anti-immigrati. Da qui il fallimento di Glaser anche alla terza votazione dove raccoglie appena 115 voti: 23 voti in più del gruppo Afd.

ELETTI senza problemi invece gli altri vice del Bundestag: Hans-Peter Friedrich per l’Union Cdu-Csu, Thomas Oppermann (Spd, ex capogruppo) Wolfgang Kubicki (Fdp) Claudia Roth (Verdi) e Petra Pau della Linke che occupa il posto fin dal 2006.

Il “caso Glaser” ora passa di competenza del Consiglio degli anziani anche se in Parlamento resta spalancata la domanda “fondamentale”. Può rappresentare la Germania chi ad aprile si pronunciava così sui (milioni di) cittadini tedeschi di fede musulmana? «Non siamo noi contro la libertà di religione: è l’Islam una costruzione che non conosce né rispetta la libertà di religione. Chi se ne occupa deve essere privato dei diritti fondamentali». Un bel problema per l’aula della socialdemocrazia e per una società abituata al “practically correct” ancora prima che politicamente.

Nel frattempo Schäuble fissa la prossima riunione del Bundestag al 20 novembre anche se la data rimane aperta, mentre a Berlino nel cortile del ministero delle finanze (ex palazzo dell’aviazione del Terzo Reich) i suoi ex dipendenti lo salutano schierandosi a forma di “zero”, disegnando la sagoma del suo pareggio di bilancio.