Sindacati pronti all’offensiva per scongiurare gli oltre 1.600 licenziamenti Meridiana annunciati nei giorni scorsi dal management della compagnia aerea di proprietà di Karim Aga Khan. Sono due al momento le assemblee-protesta organizzate congiuntamente dalle varie sigle, in programma oggi a Cagliari e martedì 23 a Olbia. L’Usb (Unione sindacati di base), inoltre, ha promosso per domani, sempre a Olbia, all’hotel Royal, un incontro-presidio con i dipendenti, che dovrebbe essere ripetuto martedì 23 a Milano e giovedì 24 a Verona, davanti ai rispettivi aeroporti. A Cagliari, dove oggi si riunisce il Consiglio regionale, l’appuntamento è per le 10.30 sotto il palazzo dell’assemblea. Ancora da decidere, invece, luogo e ora dell’iniziativa del 23 a Olbia. Mobilitate anche le istituzioni della Gallura. Confermato per lunedì 22 il consiglio comunale di Olbia aperto a tutti gli amministratori del nord est della Sardegna e alle organizzazioni sindacali, convocato dal sindaco Giovannelli.

Lunedì scorso i vertici di Meridiana hanno fatto scattare un piano di ristrutturazione che prevede la messa in mobilità di 1.634 dipendenti, definiti dal comunicato dell’azienda «in esubero strutturale». Contemporaneamente è partito il cambio della flotta, che porterà la compagnia controllata dall’Aga Khan – l’imam degli Ismailiti noto per essere il creatore della Costa Smeralda – ad avere solo aerei di tecnologia Boeing entro la fine del 2015.

«La compagnia – ha comunicato ai sindacati l’amministratore delegato di Meridiana Fly Roberto Scaramella – è rimasta troppo a lungo legata alla sua struttura industriale degli anni Novanta. Per rimanere competitivi bisogna adeguarsi al cambiamento, anzitutto tecnologico: Meridiana punta a una riorganizzazione aziendale e industriale in linea con i principali concorrenti europei». La procedura per la messa in mobilità coinvolge 1.478 dipendenti di Meridiana Fly (262 piloti, 896 assistenti di volo e 320 personale di terra) e di 156 di Meridiana Maintenance (la collegata che cura i servizi di manutenzione). Secondo vettore italiano, Meridiana trasporta annualmente quattro milioni di passeggeri, di cui 1,5 da e per la Sardegna. È di tre miliardi di euro a oggi il contributo stimato al pil nazionale corrispondente all’indotto generato dalla società. L’Aga Khan ha investito più di 350 milioni di euro solo negli ultimi cinque anni, ma questo non è bastato a evitare all’azienda un bilancio in profondo rosso. «Ricorreremo – dice Franco Monaco, segretario provinciale della Cgil – alla mobilitazione di tutti i lavoratori. Le istituzioni, sia regionali sia nazionali, devono muoversi perché al caso Meridiana sia riservata la stessa attenzione che è stata posta alla vertenza Alitalia. A fronte delle pesanti perdite in bilancio, noi chiedevamo la ristrutturazione della compagnia, non il suo smantellamento. Per come la stanno dimensionando, la compagnia sarà destinata a chiudere».

La Uil chiede «un forte impegno da parte del presidente della Regione Sardegna e del governo nazionale perché sia convocato immediatamente un tavolo interministeriale specifico per la gestione della vertenza Meridiana, compagnia volano non solo dell’economia del Nord Est sardo, ma di tutta l’isola». «Questo è l’epilogo che certifica la gestione fallimentare del management della società, ma anche della politica regionale sul trasporto – dice Mirko Idili, segretario provinciale della Cisl – La Regione Sardegna si è mostrata sorda all’allarme lanciato per tempo dai sindacati. La richiesta di un tavolo interministeriale noi l’avevamo avanzata già prima dell’estate». «La risposta all’atteggiamento sprezzante di Meridiana – aggiunge Idili – deve essere forte e unitaria, da tutto il territorio, da tutte le forze politiche e sociali. Quello che viene messo in discussione, a questo punto, è il diritto, costituzionalmente riconosciuto, di libertà di movimento dei sardi. La decisione si abbatterà sui lavoratori, ma anche sull’economia dell’intera Sardegna».