Alt allo sgombero. All’ultimo momento il Comune di Pescara ferma la rimozione coatta del mercatino etnico collocato nell’area di risulta, davanti alla stazione ferroviaria. Dopo le polemiche al vetriolo la faccenda si spegne tra le nuvole di un’alba uggiosa.

Nei giorni scorsi il sindaco Marco Alessandrini, a seguito di tavoli di concertazione, aveva emesso un’ordinanza che, dopo decenni, intendeva spazzare via tendoni e banchi piazzati dagli extracomunitari – quasi tutti senegalesi – in una zona di passaggio ma decisamente inutilizzata. «Nessuna questione razziale, soltanto problemi di pubblica sicurezza», ha puntualizzato il capo della giunta per poi, nel pieno delle contestazioni, aggiungere: «Non posso ritirare l’ordinanza».

Invece il provvedimento non ha avuto attuazione, anche per le pressioni di Sel sul Pd all’interno dell’amministrazione comunale. «In queste settimane – dice Daniela Santroni, capogruppo consiliare Sel a Pescara – abbiamo cercato di essere gli intermediari di un’assurda situazione, che si è risolta nel miglior modo». Sono stati alcuni rapporti della Polfer «sul rischio di incendi»; della polizia municipale e della Asl e l’intervento della Prefettura a indurre il Comune ad una decisione drastica. Adottata, a quanto pare, dal primo cittadino senza consultare gli altri gruppi della coalizione di governo.

«Siamo stati gli unici – prosegue Santroni – ad avvisare gli ambulanti e a ottenere che il sindaco li incontrasse per rendersi conto della loro disponibilità a collaborare. Crediamo che la nostra scelta di lavorare dentro e fuori le istituzioni tenendo aperta la porta del dialogo sia stata la carta giusta per arrivare ad una mediazione costruttiva e risolutiva. Innanzitutto sono state rimosse le situazioni di pericolo, illegalità e degrado segnalate».

Poi è stata adottata una delibera che, in tempi brevi, permetterà l’individuazione di un’area alternativa in cui ricollocare il mercatino e la messa in regola, tramite un apposito sportello, degli abusivi. «Gli stranieri in questione – prosegue Santroni – non sono in realtà tali perché risiedono quasi tutti da almeno 20 anni a Pescara e qui votano e pagano le tasse. Alcuni ci hanno spiegato che sono costretti a stare in quel posto, sempre, perché quando si presentano nei mercati rionali, pur in regola con i permessi, vengono maltrattati e cacciati».

L’idea è ora di riunirli in un’associazione che promuova i prodotti tipici dei territori d’origine in un luogo fisso. «Sarebbe un unicum in Italia – conclude l’esponente di Sel -. Chiesto il rispetto dei doveri e delle regole, dobbiamo dare a questa gente diritti e integrazione».