Il dipartimento del commercio ha dichiarato che il Pil statunitense è diminuito del 9,5% nel secondo trimestre 2020, il calo più drammatico di sempre. Gli analisti puntano il dito sull’emergenza causata dalla pandemia di Covid e su ciò che ne è derivato, come gli ordini di rimanere a casa, le preoccupazioni riguardanti la sicurezza delle attività commerciali e il rallentamento dell’economia.

Alcune buone notizie rimangono, come i dati riguardanti il reddito personale medio che è molto più alto, in parte grazie ai supporti federali di stimolo economico, ma il presidente della Fed ha sottolineato che gli Stati Uniti non riusciranno a riprendersi dalla caduta economica fino a quando la pandemia non sarà sotto controllo; uno scenario che al momento è molto lontano.

Se una recessione viene comunemente definita da due trimestri consecutivi di calo del prodotto interno lordo, gli Stati Uniti, allora, sono entrati in recessione, benché non possa considerarsi ordinaria. La combinazione di sanità pubblica e crisi economica non ha precedenti, e solo i numeri non sono in grado di trasmettere pienamente lo spettro di tutte le difficoltà che milioni di americani stanno affrontando. «È stato un secondo trimestre estremamente negativo e quella che abbiamo dato è soltanto una prima occhiata a quanto male sta andando – ha dichiarato alla Cnn Greg McBride, capo analista finanziario di Bankrate in una nota – La diffusione del virus e il contraccolpo economico nelle settimane successive non fanno ben sperare per il mercato del lavoro nelle settimane, come nei mesi a venire».

I tassi di interesse più bassi e l’ottimismo degli investitori riguardo la possibilità di avere in tempi relativamente brevi un vaccino contro il coronavirus, hanno aiutato i mercati globali a recuperare gran parte delle perdite di quest’anno, ma gli analisti sostengono che potrebbe essere troppo presto per scommettere che la ripresa persisterà, dati i crescenti numeri di infezione negli Stati Uniti, in Brasile e in altri Paesi.

Mai come in questo momento salute pubblica e salute economica sono due dati interconnessi. «Fino a quando non avremo il controllo del virus, avremo bisogno di ulteriore aiuto – ha detto Nariman Behravesh, capo economista della società di consulenza IHS Markit e autore di Spin-Free Economics, ai microfoni dell’emittente radiofonica Npr – La nostra opinione da economisti è che non arriveremo ai livelli pre-pandemici dell’attività economica fino a qualche tempo nel 2022». Sul groviglio tra pandemia e crisi economica si innesta una crisi sociale altrettanto delicata, come ha indirettamente sottolineato l’ex presidente Barack Obama durante il suo discorso al funerale del deputato e attivita per i diritti civili John Lewis venisse. In uno dei momenti più sconvolgenti della storia politica moderna, Obama ha reclamato il suo pulpito politico con un severo avvertimento che il suo successore è una grave e imminente minaccia alla democrazia americana e alla giustizia razziale.

Ha invitato gli americani a espandere i diritti di voto, e ha tracciato paragoni tra il movimento per i diritti civili che Lewis ha contribuito a guidare negli anni ’60 e le attuali proteste per la giustizia razziale negli Stati Uniti. Il suo discorso non è stato preso bene dalla Casa Bianca; Il consigliere senior della Casa Bianca Stephen Miller ha rimproverato l’ex presidente Obama per le sue osservazioni «scioccamente politiche ed anche totalmente disconnesse dalla realtà», ha affermato Miller su Fox & Friends. «È tutto scandalosamente falso», ha concluso il consigliere di Trump.